Nel dicembre 1916 i britannici godevano del dominio dei mari: il loro blocco navale attuato nella Manica, praticamente ineludibile, impediva ai tedeschi di attaccare gran parte del fronte occidentale. I vertici tedeschi decisero quindi di intraprendere una guerra sottomarina, sebbene ciò aumentasse inevitabilmente il rischio di coinvolgere gli Stati Uniti d’America, già vicini politicamente all’Intesa: già nel maggio del 1915 infatti questi avevano affondato il transatlantico inglese Lusitania, provocando la morte di un migliaio di passeggeri, fra i quali un nutrito gruppo di americani.
Nonostante ciò il presidente americano Thomas Woodrow Wilson si era attenuto ad una linea politica di neutralità. Il 1º febbraio 1917 la Germania formalizzò la cosiddetta guerra sottomarina indiscriminata: da quel momento in avanti ogni nave diretta ai porti dell’Intesa sarebbe stata considerata un bersaglio legittimo. Pochi giorni dopo due mercantili statunitensi, più precisamente lo Housatonic e il Lyman M. Law, vennero affondati, il che portò gli Stati Uniti a rompere le relazioni diplomatiche con la Germania. Tuttavia, anche dopo gli affondamenti, una parte non indifferente dell’opinione pubblica statunitense, in particolare le influenti comunità di origine irlandese (in odio alla Gran Bretagna) e tedesca, continuava a essere contraria all’intervento. Il ministro degli esteri tedesco Arthur Zimmermann decise comunque di inviare un telegramma all’ambasciatore della Germania in Messico, Heinrich von Eckardt, per cercare di convincere il paese a stringere un’alleanza nel caso di un ipotetico intervento nel conflitto mondiale da parte degli Stati Uniti. Al Messico si offriva un pronto appoggio economico e bellico, nonché l’annessione da parte di questo in caso di vittoria dei territori persi durante la Guerra Messicano-Americana del 1846-1848 (ovvero Texas, Nuovo Messico e Arizona).
„Wir beabsichtigen, am ersten Februar uneingeschränkten U-Boot-Krieg zu beginnen. Es wird versucht werden, Amerika trotzdem neutral zu halten. Für den Fall, dass dies nicht gelingen sollte, schlagen wir Mexiko auf folgender Grundlage Bündnis vor. Gemeinsame Kriegführung. Gemeinsamer Friedensschluss. Reichlich finanzielle Unterstützung und Einverständnis unsererseits, dass Mexiko in Texas, Neu Mexico, Arizona früher verlorenes Gebiet zurückerobert. Regelung im einzelnen Euer Hochwohlgeborenen überlassen. Euer Hochwohlgeborenen wollen Vorstehendes Präsidenten streng geheim eröffnen, sobald Kriegsausbruch mit Vereinigten Staaten feststeht, und Anregung hinzufügen, Japan von sich aus zu sofortigem Beitritt einzuladen und gleichzeitig zwischen uns und Japan zu vermitteln. Bitte Präsidenten darauf hinweisen, dass rücksichtslose Anwendung unserer U-Boote jetzt Aussicht bietet, England in wenigen Monaten zum Frieden zu zwingen. Empfang bestätigen.
Zimmermann“
Abbiamo intenzione di cominciare il primo di febbraio una guerra sottomarina illimitata. Tenteremo però di far rimanere neutrali gli Stati Uniti d’America. Nel caso non riuscissimo, facciamo una proposta di alleanza al Messico sulle seguenti basi: condurre la guerra comunemente, siglare la pace comunemente, un generoso supporto finanziario e l’accettazione da parte nostra della riconquista messicana dei territori perduti del Texas, del Nuovo Messico e dell’Arizona. La discussione dei dettagli viene lasciata a voi. Informerete il Presidente di quanto sopra riportato nella maniera più segreta, non appena si profili la certezza della guerra contro gli Stati Uniti d’America, aggiungerete suggerimenti su vostra iniziativa, inviterete il Giappone ad un’adesione immediata ed allo stesso tempo farete da mediatore tra il Giappone e voi stessi. Per favore richiami l’attenzione del Presidente sul fatto che l’utilizzo illimitato dei nostri sottomarini ci offre la prospettiva di costringere l’Inghilterra a siglare la pace in pochi mesi.
Firmato, Zimmermann.
Il telegramma venne intercettato e decifrato in maniera sufficiente a comprenderne il senso da Nigel de Grey e William Montgomery dell’unità di spionaggio della Marina Militare britannica denominata Room 40, comandata dall’ammiraglio William R. Hall.
Questo fu possibile perché il codice usato dai tedeschi (0075) era stato parzialmente cripto-analizzato usando, tra le altre tecniche, messaggi in chiaro catturati e una versione precedente del cifrario presa a Wilhelm Wassmus, un agente tedesco che operava in Medio Oriente. Il governo britannico, che voleva rendere pubblico il telegramma incriminante, si trovò ad affrontare un dilemma: se avesse prodotto apertamente il telegramma, i tedeschi avrebbero sospettato che il loro codice era stato decifrato; se non lo avesse fatto, avrebbe perso un’opportunità promettente di trascinare gli Stati Uniti nel conflitto. A causa della sua importanza, il messaggio era stato inviato da Berlino all’ambasciatore tedesco a Washington, Conte Johann von Bernstorff, per inoltrare la trasmissione all’ambasciatore in Messico attraverso tre strade diverse. I britannici lo avevano ottenuto da una di queste poichè gli statunitensi avevano dato accesso alla Germania alle loro linee telegrafiche private diplomatiche, nel tentativo di incoraggiare l’iniziativa di pace del presidente Wilson.
I tedeschi non avevano paura di usarle perché i messaggi erano cifrati e perché per ragioni politiche gli Stati Uniti all’epoca non leggevano la corrispondenza diplomatica delle altre nazioni, garantendo delle linee sicure alle proprie ambasciate. Il cavo telegrafico andava dall’ambasciata statunitense di Berlino fino a Copenaghen, e da lì via cavo sottomarino negli USA, passando dalla Gran Bretagna (dove veniva tenuto sotto controllo). Per i britannici, rivelare la fonte del telegramma agli USA avrebbe anche significato ammettere che stavano intercettando le comunicazioni diplomatiche statunitensi.Inoltre,rendendo pubblico il messaggio gli stessi inglesi avrebbero rivelato al nemico tedesco che i propri servizi erano in grado da tempo di decifrare il codice segreto germanico, il che avrebbe significato perdere un importantissimo vantaggio bellico.
I servizi segreti inglesi ipotizzarono che il telegramma del ministro Zimmermann una volta giunto all’ambasciata tedesca negli Usa, fosse stato trasmesso a quella in Messico tramite linee telegrafiche commerciali. La loro intuizione fu giusta. Riuscirono infatti ad ottenere una copia del messaggio dall’ufficio telegrafico pubblico di Città del Messico. Tutto questo grazie all’opera di un misterioso agente segreto, noto come Mr. H. (identificato poi con l’ambasciatore Inglese sir Thomas Hohler) Il messaggio inoltre era stato inviato da Washington utilizzando un codice criptografico datato, il che permise ai servizi segreti di decifrarlo completamente, probabilmente perchè l’ambasciata Messicana non disponeva di un cifrario più recente di quello che era stato trovato addosso a Wassmus.
E fu proprio quella copia telegrafica che gli inglesi rivelarono agli americani. Il testo fu reso pubblico, integralmente, tramite i maggiori quotidiani degli Stati Uniti, il 1° Marzo 1917. La sua divulgazione accentuò lo spirito anti-messicano (l’esercito Usa stava fronteggiando da tempo le incursioni del rivoluzionario Pancho Villa) e soprattutto quello anti-tedesco dell’opinione pubblica americana. Questa opinione tentò di essere smorzata dai diplomatici tedeschi, giapponesi e messicani, e dai pacifisti e dalle lobby pro-germaniche degli Stati Uniti, che denunciarono all’unisono il telegramma come contraffatto, ottenendo però l’effetto contrario. Da notare che il Messico, in ogni caso, aveva già declinato la proposta di alleanza germanica, in base anche allo studio voluto dal presidente messicano Venustiano Carranza, che giudicò irrealistico il presupposto di poter mantenere il controllo sui territori del Texas, dell’Arizona e del Nuovo Messico, dopo il conflitto mondiale. Ci sarebbe stata sicuramente un’altra guerra fra Messico e Usa, ed il presidente Carranza sapeva benissimo che il Messico non avrebbe mai potuto prevalere. Inoltre a causa della guerra civile n corso all’interno del paese il presidente temeva che a fazione politica rivale si sarebbe potuta schierare in favore degli USA, sovvertendo il suo governo. Oltre al fatto che la Germania non avesse a disposizione le ricchezze promesse al Messico per supportare questo tipo di attacco , il patto dell’ABC (composto da Brasile,Argentina e Cile) aveva organizzato la conferenza delle Cascate del Niagara nel 1914, in seguito all’occupazione da parte degli USA di Veracruz, in modo da evitare uno scontro su larga scala dei due paesi. Se il Messico avesse deciso di attaccare di nuovo gli Stati Uniti avrebbe rotto gli accordi presi con il collettivo di internazionale che all’epoca “dominava” il Sud America. L’effetto di questa pubblicazione culminò poco più di un mese dopo nella dichiarazione di guerra degli Usa alla Germania, proposta dal presidente Wilson il 2 Aprile e votata dal Congresso americano il 6 Aprile 1917
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https://it.wikipedia.org/wiki/Woodrow_Wilson
https://it.wikipedia.org/wiki/RMS_Lusitania
https://it.wikipedia.org/wiki/Occupazione_statunitense_di_Veracruz
ARTICOLO REDATTO DALL’ALLIEVO BOTTURA NICOLA DELLA CLASSE V A DEL LICEO CLASSICO
L’immane tragedia della Prima Guerra Mondiale venne innescata dall’assassinio, a Sarajevo, dell’erede al trono dell’Austria-Ungheria, Francesco Ferdinando, e della consorte Sofia, da parte dell’estremista serbo-bosniaco Gavrilo Princip, il 28 giugno 1914. Vienna mandò a Belgrado un duro ultimatum, appoggiata dall’alleato tedesco. La sua non-totale accettazione determinò, un mese dopo, la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro-Ungarico al Regno di Serbia, il 28 luglio 1914, la mobilitazione russa (Potenza protettrice della Serbia) ed a seguire, per la logica delle Alleanze, le mobilitazioni di Germania, Francia, Inghilterra e lo scoppio delle ostilità. L’Italia dapprima si proclamò neutrale, fino al 24 maggio 1915.
Il mattino del 30 luglio 1914, l’Imperatore Guglielmo II ricevendo la notizia della mobilitazione russa scrisse a margine del messaggio: «Dunque, anch’io devo mobilitare». Alla richiesta della Germania alla Russia di revocare la mobilitazione, la Russia rispose che sarebbe stato impossibile. A questo punto Guglielmo II, nell’eccitazione del momento, scrisse a margine della risposta russa:
«Io non ho più alcun dubbio che Inghilterra, Russia e Francia si siano messe d’accordo per servirsi del conflitto austro-serbo come pretesto per intraprendere una guerra di annientamento contro di noi. La stupidità e l’inettitudine del nostro alleato [austriaco] sono serviti da trappola. Ecco che il famoso accerchiamento della Germania è finalmente divenuto un fatto compiuto, nonostante tutti gli sforzi dei nostri uomini politici per impedirlo. Il nostro dilemma di tener fede al vecchio venerando imperatore [austriaco] è stato sfruttato per creare una situazione che offre all’Inghilterra il pretesto che ha sempre cercato per annientarci, con fittizia apparenza di giustizia, con la scusa di aiutare la Francia».
Il Kaiser Guglielmo, pur impulsivo, contraddittorio e spesso fanfarone, aveva negli anni precedenti dato prova di moderazione, ad esempio circa le vicende del Marocco, tenendo a freno gli elementi del suo Governo e Stato Maggiore più convinti dell’inevitabilità di un conflitto armato. Quindi è falso che sia stata la Germania a provocare la WWI, semmai lo fu di più l’alleanza franco-russa, alla quale aveva poi aderito il Regno Unito. E nel 1919 non ci fu una prima “Norimberga” solo per il rifiuto dell’Olanda di consegnare agli anglo-francesi la Famiglia Imperiale degli Hohenzollern, rifugiatasi sul proprio teritorio.
Ma una volta che la parola era passata alle armi, s’impose la loro logica spietata, anche se, a dire il vero, il Kaiser, tra l’altro poco fiducioso nella vittoria finale, si era opposto ai bombardamenti aerei su Londra e, dopo l’affondamento del “Lusitania”, ordinò di sospendere tutta l’offensiva sottomarina, provocando le dimissioni (respinte) del Grande Ammiraglio Tirpitz.
Il “Telegramma Zimmermann” fu quindi un inaspettato regalo agli interventisti di Washington. Ed una sciocchezza maiuscola. Il Presidente messicano, Venustiano Carranza, valutò le reali possibilità di una riconquista degli Stati ceduti a metà ‘800 e giunse alla conclusione che la cosa non avrebbe funzionato. Occupare i tre Stati avrebbe causato futuri problemi e la guerra sicura con gli USA; il Messico non sarebbe stato inoltre in grado di accogliere una numerosa popolazione di discendenza inglese all’interno dei suoi confini e la Germania non avrebbe potuto fornire gli armamenti necessari per le ostilità che sarebbero sorte.
Il sentimento popolare negli Stati Uniti a quell’epoca era generalmente anti-messicano ed anti-tedesco. Il generale John J. Pershing aveva per lungo tempo dato la caccia al rivoluzionario Pancho Villa, che aveva compiuto diverse incursioni oltre confine. Era una grossa spesa per il Governo statunitense. La notizia del telegramma esacerbò la tensione tra USA e Messico, poiché una tale ipotesi avrebbe ovviamente ostacolato l’elezione di un nuovo Governo messicano più amichevole nei confronti degli interessi statunitensi.
Più rilevante, comunque, la circostanza che nei mesi precedenti l’intervento:
Nel momento in cui sulla scena della storia immense masse umane si autodistruggono, un piccolo numero di uomini radunati intorno al Presidente statunitense Wilson e al governo inglese contribuisce a orientare le decisioni.Insieme alle motivazioni ideali, la potenza dell’alta finanza svolgerà un ruolo importante nel portare gli Stati Uniti in guerra. Tre banche di New York concentrano la maggior parte degli interessi finanziari statunitensi: la Kuhn Loeb and Company, prima banca mondiale; la J.P. Morgan (estensione americana della Rothschild londinese); la National City Bank (banca della dinastia Rockfeller). I loro dirigenti sono Benjamin Strong per la Morgan, Frank A. Vanderlip e Cleveland H. Dodge per la National City Bank, Salomon Loeb e i fratelli Warburg e Schiff per la Khun. Ad alcuni di essi Wilson deve tutto: la carica di Governatore del New Jersey nel 1910 e la “distruzione mediatica” del suo avversario repubblicano, William Taft, nella corsa alle presidenziali. E’ anche grazie a essi che il principale consigliere di Wilson, il colonnello House, ha potuto organizzare il Council for Foreign Relations (uno dei più antichi Think tank americani), al quale appartiene un altro influente consigliere di Wilson, Justice Louis Brandeis, Presidente del Comitato provvisorio sionista. Attraverso il Federal Reserve Act del 1913, Wilson ha dato a questi uomini ciò che essi attendevano da tanto tempo: una banca centrale per unificare il capitale americano. Ma il progetto degli “uomini del presidente” va ben al di là dell’unità del capitalismo a stelle e strisce. Si tratta in effetti di fare dell’America il motore di una nuova mondializzazione, fatto che implica la necessità di rompere con la regola del vecchio equilibrio di potenze e di favorire una riorganizzazione della geopolitica mondiale intorno alla finanza anglo-americana. Per alcuni si tratta anche di punire gli autocrati russi e di farla finita con l’aristocrazia austro-tedesca che ribadisce in ogni circostanza la supremazia del “guerriero” sul “mercante”… La fine del 1916 determina per gli Europei la conclusione di un processo evolutivo che si conclude con la perdita del controllo dei loro destini. Questa ‘perdita’ avviene per tre ragioni principali. In primo luogo, le promesse fatte dai belligeranti dei due blocchi alle potenze di secondo rango, per convincerle a entrare in guerra al loro fianco, hanno trasformato la conclusione del conflitto in una questione di sopravvivenza per diversi Stati multinazionali (Imperi Austro-Ungarico, Ottomano e Russo). In secondo luogo, la configurazione dei blocchi avversi compromette ormai ogni possibilità di pace separata. Da ultimo, qualsiasi nuova combinazione interna all’Europa sembra esaurita: una rottura dell’equilibrio delle forze non può condurre a un vantaggio decisivo per nessuno dei due schieramenti. Di conseguenza, è a partire dal 1916 che i fattori esterni all’Europa prendono il sopravvento sui fattori interni; un fatto, questo, che determinerà l’intervento americano.
(Da: Generale di Divisione Massimo Iacopi, 1917. Il grande gioco americano)
Il Telegramma Zimmermann
Jeffrey T. RICHELSON |
(*) Tratto da “A Century of Spies. Intelligence in the XXth Century” di Jeffrey T. Richelson, Oxford University Press, 1995.
Traduzione a cura della Redazione. (1) Henry F. Schorreck, “Il telegramma che cambiò la storia”; Cryptologic Spectrum, Estate 1970, pagg. 22-23. (2) Ibid., pag. 26. (3) Ibid. pag. 24 (4) Ibid. pag. 25; William F. Friedman e Charles J. Mendelsohn, The Zimmermann Telegram of January 16, 1917 and Its Cryptographic Background (Washington D.C.: War Department Office of the Chief Signal Officer, 1938), pag. 6. (5) Schorreck, “Il telegramma”, p. 26. (6) Schorreck , “Il telegramma”, pag. 27. (7) Ibid; Friedman e Mendelson, “The Zimmermann Telegram”, pag. 7-9. (8) Schorreck, “Il telegramma”, pag. 27. (9) Ibid. (10) Ibid. (11) Ibid. pag. 28. (12) Ibid. (13) Barbara W. Tuchman, The Zimmermann Telegram (New York Ballantine 1984), pag. 146. (14) Schorreck, “Il telegramma”, pag. 28. (15) Ibid. pag. 29. (16) “Germany seeks an alliance Against Us; Asks Japan and Mexico to join her; Text of her proposal made public”, New York Times, March 1, 1917, p. 1; Jules Witcover, Sabotage at Black Tom: Imperial Germany’s secret war in America – 1914-1917 (Chapel Hill , N.C.: Algonquin Books of Chapel Hill, 1989), pag. 222. (17) Schorreck , “Il telegramma”, pag. 29. (18) Ibid. (19) Ibid., pag. 24. (20) Ibid. |
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