Il modulo rappresenta un percorso CLIL di Storia in Lingua Tedesca, rivolto alle classi V delle scuole secondarie di secondo grado.

Gli obiettivi specifici del modulo sono i seguenti:

  • individuare le fonti storiche necessarie per l‘analisi di eventi
  • riconoscere i complessi fenomeni economici e sociali che hanno condizionato il primo dopoguerra sia in Germania sia in Italia
  • comprendere i meccanismi istituzionali attraverso i quali si può instaurare una dittatura
  • individuare affinità tra Fascismo e Nazismo
  • comprendere in cosa consista la diversità di Fascismo e Nazismo

Gli obiettivi specifici per la lingua tedesca sono:

  • Applicare proficuamente varie strategie di lettura
  • Padroneggiare il lessico specifico della storia, con particolare attenzione ai vocaboli utili per trattare la storia del ventesimo secolo
  • Riassumere in una relazione le informazioni raccolte
  • Fornire una informazione particolareggiata e corretta nel contenuto
  • Sostenere e motivare le propri opinioni in una discussione su un tema

Le fasi del modulo sono le seguenti:

F1: Ende des Kaiserreichs und Kundgebung des neuen Reichskanzlers (3 h)

F2: Die Weimarer Verfassung und die ersten Jahre der Weimarer Republik (4h)

F3: Alltagsleben in den letzten Jahren der Weimarer Republik – Ein Zeitgenosse erzählt (2h)

F4: Auseinandersetzung mit dem Begriff „Faschismus“ (2h)

F5: Mussolini − Vom ersten Erfolg zur Machtergreifung (2h)

F6: Hitler und der Nationalsozialismus (2h)

F7: Warum habt ihr euch nicht gewehrt? (3h)

TITOLO DEL MODULO: Fascismo e nazismo: due totalitarismi a confronto Le premesse socioeconomiche e politiche dell’affermazione di due dittatori.Faschismus und Nationalsozialismus im Vergleich “ 

􏰀 Materia 􏰀 Contenuti 􏰀 Classe 􏰀 Durata Numero, titolo e tempi delle fasi di lavoro

V classe del Liceo linguistico 

 

21 ore F1: Ende des Kaiserreichs und Kundgebung des neuen Reichskanzlers (3 h) F2: Die Weimarer Verfassung und die ersten Jahre der Weimarer Republik (4h) F3: Alltagsleben in den letzten Jahren der Weimarer Republik – Ein Zeitgenosse erzählt (2h)
F4: Auseinandersetzung mit dem Begriff „Faschismus“ (2h)
F5: Mussolini − Vom ersten Erfolg zur Machtergreifung (2h)
F6: Hitler und der Nationalsozialismus (2h)
F7: Warum habt ihr euch nicht gewehrt? (3h)
Verifica Finale (3h)

Programmazione generale del Modulo CLIL Titolo: Faschismus und Nationalsozialismus im Vergleich
1. CONTESTO
Discipline coinvolte Storia / Tedesco
Tipo di scuola e classe
V classe di un Istituto Tecnico con sperimentazione linguistico-aziendale V classe di un Liceo linguistico
2. CONTENUTI
Confronto fra Fascismo e Nazismo attraverso l’analisi delle condizioni storico-sociali che portarono i due dittatori al potere e permisero loro di mantenerlo

3. OBIETTIVI

3.1 STORIA
Obiettivi generali
• Analizzare separatamente fenomeni economico-sociali e politici inquadrandoli in un quadro d’insieme fedele ed esauriente
• Collocare eventi sulla linea del tempo (sincronico / diacronico)
• Ordinare i fenomeni storici per contiguità spaziale, contemporaneità,
successione e causalità
• Distinguere le cause (causalità semplice, reciproca, relazioni sistemiche)
dalle conseguenze di un fenomeno
• Tradurre in uno schema / mappa concettuale di sintesi il contenuto informativo
di un documento, di una narrazione o di un testo
• Affinare le capacità critiche e di riflessione rispetto a rapporti di causa-effetto
esistente fra fenomeni storici apparentati, ma dotati di una propria specificità
• Comprendere il proprio presente attraverso l’analisi del proprio passato

Obiettivi specifici
Acquisire la capacità di
• individuare le fonti storiche necessarie per l‘analisi di eventi                                                                                                                                                               • riconoscere i complessi fenomeni economici e sociali che hanno condizionato il primo dopoguerra sia in Germania sia in Italia
• comprendere i meccanismi istituzionali attraverso i quali si può instaurare una dittatura
• individuare affinità tra Fascismo e Nazismo
• comprendere in cosa consista la diversità di Fascismo e Nazismo
Descrittori in entrata (pre-requisiti)
• Possedere conoscenze storiche di base fino alla Prima Guerra Mondiale
• Conoscere le cause e le fasi salienti della Prima Guerra Mondiale
• Avere un quadro generale della situazione europea nel periodo tra gli inizi del
ventesimo secolo ed il 1930
• Conoscere l’attuale sistema costituzionale tedesco
Descrittori in uscita (risultati attesi)
• Descrivere il periodo storico analizzato evidenziando i nessi tra gli elementi che compongono il quadro d’insieme
• Individuare e sfruttare proficuamente le fonti storiche
(sia convenzionali, quali manuali e testi specifici, che materiali reperiti in internet)
• Analizzare e confrontare testi storici, articoli di giornale, testimonianze
• Analizzare e confrontare strutture costituzionali diverse
• Comprendere e specificare rapporti di causa-effetto che intercorrono fra
fenomeni storici simili, ma dotati di una propria specificità
3.2 Lingua tedesca
Obiettivi generali
• Saper leggere in modo autonomo e utilizzare in modo selettivo i testi
• Saper leggere testi settoriali, usando il vocabolario
• Distinguere tra fatti, opinioni e conclusioni
• Riconoscere le motivazioni che spingono le persone ad agire e individuare a
quali conseguenze portano le loro scelte o decisioni
• Sintetizzare il contenuto di testi che aaffrontano tematiche di interesse generale
• Riassumere oralmente il contenuto di testi letti
• Riassumere informazioni attinte da fonti diverse e da vari media
• Dibattere su un tema, citando argomenti pro e contro un modo di vedere le cose
e evidenziare vantaggi e svantaggi di alternative diverse
• Prendere posizione rispetto ai contenuti di un documento di lavoro o di un
dossier, rilevando criticamente, in maniera concisa, gli aspetti positivi e negativi

Obiettivi specifici
• Applicare proficuamente varie strategie di lettura
• Padroneggiare il lessico specifico della storia, con particolare attenzione ai
vocaboli utili per trattare la storia del ventesimo secolo
• Riassumere in una relazione le informazioni raccolte
• Fornire una informazione particolareggiata e corretta nel contenuto
• Sostenere e motivare le propri opinioni in una discussione su un tema

Descrittori in entrata
Padronanza della lingua tedesca tra i livelli B1 e B2:
• Leggere commenti ed interviste, su giornali e periodici, che presentino opinioni e
giudizi su temi o fatti di attualità e capirne le argomentazioni essenziali
• Applicare con discreta sicurezza strategie di lettura diverse (globale, selettiva e
analitica)
• Desumere dal contesto il significato di termini sconosciuti
• Scorrere velocemente testi brevi e reperire fatti ed informazioni importanti
• Desumere informazioni significative da brevi comunicazioni ufficiali destinati al
pubblico (ordinanze del comune ecc.)
• Comprendere la trama di una storia, purché sia ben strutturata, e riconoscere gli
eventi e gli elementi più significativi
• Riferire nei particolari un’esperienza o un evento
• Giustificare in modo conciso le proprie opinioni
• Raccontare in modo abbastanza fluido una storia
• Fare una descrizione
• Descrivere un obiettivo
• Evidenziare ciò che si ritiene rivesta maggiore importanza
• Scrivere un testo articolato su un tema noto evidenziando i punti essenziali
• Condurre ricerche in internet
• Lavorare in modo autonomo e/o in gruppo nella ricerca e nell’elaborazione di
dati
• Prendere appunti.                                                                                                                                                                                                                                    • Chiedere chiarimenti
Descrittori in uscita
• Elaborare relazioni scritte
• Dare un quadro esauriente del periodo tra lo scoppio della Prima Guerra
Mondiale e l’affermazione del Fascismo e del Nazismo, evidenziando problematiche economiche e sociali che hanno influito in maniera determinante sullo sviluppo dei movimenti di opinione che n stanno alla base
• Enucleare chiaramente le differenze esistenti fra Fascismo e Nazismo
• Confrontare testi settoriale con testimonianze del vissuto quotidiano di testimoni
oculari
• Esprimere e sostenere la propria opinione su Fascismo e Nazismo nel contesto
di un contraddittorio

4. MODALITA’DILAVORO
• Lezione frontale con attiva partecipazione degli studenti
• Lavoro a coppie in laboratorio multimediale con accesso a internet
• Lavoro di gruppo in classe per la rielaborazione dei materiali reperiti in internet
• Relazione dei rappresentanti del gruppo alla classe
• Relazione dei singoli studenti alla classe sul proprio impegno
Materiali e strumenti utilizzati
• Materiale cartaceo
• Siti internet
Attrezzature multimediali e non utilizzate
Laboratorio multimediale con accesso internet                                                                                                                                                                                 Attrezzature multimediali e non utilizzate
Laboratorio multimediale con accesso internet
Materiali eventualmente prodotti
Relazioni scritte
Coinvolgimento di altre componenti
Consiglio di Classe e, in particolare, il Collega di Storia.

5. VALUTAZIONE Prove di verifica:
• Verifiche intermedie
Ciascun momento di revisione fatto collettivamente può essere considerato anche un momento di verifica di quanto gli studenti hanno assimilato. Alla fine di ciascuna fase gli studenti devono, comunque, stilare un breve compendio di quanto hanno appreso. Per ottenere una certa diversificazione, senza turbare la sostanziale omogeneità del lavoro, nelle singole fasi si propongono compiti che propongono prospettive diverse, coerenti con gli obiettivi di quella fase
• Verifica finale
Per la finale si propongono due compiti (All. 8.1 e 8.2) che soddisfano esigenze diverse, anche se complementari. Un compito focalizza il lessico ed è finalizzato a mettere in evidenza il carattere dei due dittatori e a dimostrare, oltre alla capacità di usare correttamente gli aggettivi, anche la comprensione più profonda delle affinità fra i due personaggi. Il secondo compito consiste in una composizione in cui si convergono, integrandosi, tutte le fasi del percorso.

Criteri di valutazione
Per quanto concerne le prove scritte intermedie (formative) i criteri di valutazione adottati sono i seguenti:
Per la valutazione del contenuto :
• Quantità dei punti trattati
• Adeguatezza del contenuto rispetto agli obiettivi previsti nella fase in questione
Per la valutazione della forma
• Correttezza grammaticale. Verranno considerati gravi gli errori che hanno effetti
sulla comprensibilità del testo prodotto
• Appropriatezza del lessico
Per quanto concerne le prove orali intermedie (formative):
• L’allievo deve dimostrare di sapere sostenere la propria opinione affrontando un
contraddittorio. In questo contesto viene dato maggior peso alla capacità comunicativa che non alla correttezza grammaticale.
Per quanto riguarda la composizione conclusiva saranno valutati, oltre agli aspetti indicati per le prove scritte intermedie, anche l’equilibrio tra le diverse parti (introduzione, corpo centrale, conclusione), la capacità di argomentare e la coesione (uso dei connettivi).

Fase 1: Ende des Kaiserreichs und Kundgebung des neuen Reichskanzlers la fine dell’ Impero ed il primo messaggio ai cittadini del nuovo Cancelliere del Reich (3 ore) Obiettivi: • Comprendere la situazione della Germania alla fine della Prima Guerra Mondiale e nello specifico • Le motivazioni dell’abdicazione dell’Imperatore e le conseguenze di tale atto • Il mutamento della forma istituzionale da monarchia a repubblica • Il passaggio dei poteri ad un nuovo Cancelliere e la cesura con il passato Attività: 1. Presentazione del tema in L2. Se necessario, si potranno chiarire eventuali dubbi in L1. 2. La classe viene divisa in gruppi di 4 persone. In gruppo gli studenti leggono la comunicazione con cui si annuncia che il Kaiser ha abdicato. La comprensione del testo è guidata da domande. I gruppi hanno a disposizione un vocabolario monolingue (All. 1.1). 3. Irisultativengonoanalizzatiediscussicollettivamente. 4. A casa gli alunni leggono un articolo di giornale che dà informazione dell’abdicazione del Kaiser. Anche in questo caso sono guidati nella comprensione da alcune domande e possono utilizzare il vocabolario monolingue. Devono prendere nota delle parole che non capiscono (All. 1.2). 5. All’inizio della lezione successiva viene fatta una revisione collettiva dei compiti svolti a casa, confrontando e discutendo le possibili soluzioni. 6. Successivamente gli studenti, lavorando in coppia, analizzano la comunicazione con cui Ebert annuncia di avere assunto l’incarico di cancelliere e fanno un esercizio a scelta multipla. (Questo esercizio potrebbe venir svolto al computer. In questo caso il compito dovrebbe venir preparato con il programma “ winask” che offre la possibilità di indicare quali sono le soluzioni corrette e di spiegare perché le altre opzioni siano da considerare errate (All. 1.3).

Fase 2: Die Weimarer Verfassung und die ersten Jahre der Weimarer Republik
La Costituzione di Weimar ed i primi anni della Repubblica (4 ore) Obiettivi: Riconoscere • i motivi dell’intrinseca debolezza strutturale della Repubblica di Weimar • le differenze esistenti tra la costituzione di quel periodo e quella dell’odierna Repubblica Federale Tedesca • quali correttivi siano stati previsti, nella costituzione della Repubblica Federale, per evitare i pericoli insiti nel modello presidenziale di Weimar Attività: 1. Gli studenti lavorano in gruppo come nella fase precedente, avendo a disposizione il vocabolario monolingue. In gruppo leggono un testo che riassume le caratteristiche della costituzione della Repubblica di Weimar e esegue un esercizio a scelta binaria (All. 2.1). 2. Ilcompitovienecorrettocollettivamente. 3. A casa gli alunni leggono un testo che presenta, in modo conciso, gli eventi dei primi anni della Repubblica di Weimar. i articolo di giornale che dà informazione dell’abdicazione del Kaiser. Utilizzando le informazioni contenute nel testo e ciò che sanno della Repubblica Federale tedesca completano poi una tabella che mette a confronto le due costituzioni (All. 2.2). 4. Anche in questo caso nella lezione successive si fa una correzione collettiva.

Fase 3: Alltagsleben in den letzten Jahren der Weimarer Republik – Ein Zeitgenosse erzählt Vita quotidiana negli ultimi anni della Repubblica di Weimar – Un testimone racconta (2 ore) Obiettivi: • Percepire il clima dell’epoca in cui si è venuto affermando il Nazismo • Confrontarsi con la prospettiva interpretativa di un testimone del tempo • Valutare se e quanto il coinvolgimento personale possa influire sulla valutazione degli eventi • Enucleare i maggiori problemi socioeconomici della Repubblica di Weimar Attività: • Lavorando in coppia, gli studenti leggono una testimonianza ed eseguono esercizi di comprensione (All. 3.1). • I risultati vengono poi analizzati collettivamente. • Gli studenti intervistano in L1 una persona che abbia vissuto in Italia negli anni del Fascismo periodo o che ne sia stata testimone “indiretto” tramite i racconti dei genitori. Presentano poi in classe le informazioni acquisite, mentre i compagni prendono appunti che riassumeranno poi in tedesco e confronteranno con il racconto del testimone tedesco.

Fase 4: Auseinandersetzung mit dem Begriff „Faschismus“ Analisi del concetto di fascismo (2 ore ) Obiettivi: • Riconoscere le caratteristiche fondamentali del Fascismo • Enucleare le caratteristiche comuni a vari movimenti e/o sistemi nati all’inizio del ventesimo secolo Attività: • In gruppo gli studenti leggono il testo che illustra il concetto di “Fascismo” aiutandosi eventualmente con il vocabolario monolingue e risolvono i relativi esercizi (All. 4.1). • Gli esercizi vengono analizzati e discussi collettivamente. • Successivamente si esaminano e discutono i punti contenuti nell’esercizio (Aufgabe 3), ma non reperiti nel testo, allo scopo di precisare il quadro presentato nel testo. • A casa gli studenti stendono una lista di termini necessari per trattare questo argomento. • parole specifiche per questo argomento.

Fase 5: Mussolini − Vom ersten Erfolg zur Machtergreifung Mussolini − Dai primi successi alla presa del potere (2 ore) Obiettivi: • Conoscere le tappe della scalata al potere di Mussolini • Evidenziare gli aspetti specifici del fascismo italiano riguardo a tempi, modi, metodi e background ideologico Attività: • Con l’aiuto dell’insegnante, la classe legge il racconto di come Mussolini sia arrivato al potere (All. 5.1). • L’esercizio viene poi svolto in coppia. • Si procede, quindi, alla correzione collettiva.

Fase 6: Hitler und der Nationalsozialismus Hitler e il Nazionalsocialismo (2 ore) Obiettivi: • Enucleare le linee portanti della dottrina politica del Nazionalsocialismo • Confrontare evoluzione e caratteristiche del Fascismo e del Nazionalsocialismo • Riconoscere quanto Hitler abbia, all’inizio, imitato Mussolini • Mettere in luce le premesse dell’ideologia della distruzione delle razze inferiori • Percorrere le tappe principali della parabola hitleriana Attività: • In gruppo gli studenti leggono e analizzano il testo su Hitler e il Nazionalsociasmo avendo a disposizione un vocabolario monolingue e risolvono i relativi esercizi (All. 6.1). • I risultati vengono discussi collettivamente. • A casa gli studenti proseguono la raccolta dei termini necessari per trattare questo argomento.

Fase 7: „Warum habt ihr euch nicht gewehrt?“ Perché non vi siete opposti? (3 ore) Obiettivi: • Analizzare il mutare dei sentimenti di un testimone del tempo nei confronti di Hitler e del Nazionalsocialismo • Evidenziare il passaggio, attraverso tutta una gamma di emozioni, dall’accettazione entusiastica al dubbio per giungere fino alla profonda delusione ed alla rabbia Attività: • Viene ripresa la testimonianza di cui è stata utilizzata una prima parte nella fase 3 • Il testo viene letto in classe con l’aiuto dell’insegnante che provvede a spiegare, in L2, i vocaboli sconosciuti. • In coppia gli studenti risolvono poiere gli esercizi proposti. • Le soluzioni vengono poi corrette collettivamente. • In previsione del compito finale, gli studenti rivedono il lessico che hanno raccolto e lo integrano e riepilogano i contenuti appresi.

 



Ende des Kaiserreichs und Kundgebung des neuen Reichskanzlers

Neue Badische Landeszeitung, 9. November 1918, Abend-Ausgabe
Stadtarchiv Mannheim
Abdankung des Kaisers
Die amtliche Meldung
Berlin, 9. November (WTB. Amtlich)
Der Kaiser und König hat sich entschlossen, dem Thron zu entsagen.
Der Reichskanzler bleibt noch solange im Amte, bis die mit der Abdankung des Kaisers, dem Thronverzicht des Kronprinzen des Deutschen Reiches und von Preußen und dem Einsatz der Regentschaft verbundenen Fragen geregelt sind.
Er beabsichtigt, dem Regenten die Ernennung des Abgeordneten Ebert zum Reichskanzler und die Vorlage eines Gesetzentwurfes wegen der sofortigen Ausschreibung allgemeiner Wahlen für eine verfassungsgebende deutsche Nationalversammlung vorzuschlagen, der es obliegen würde, die künftige Staatsform des deutschen Volkes einschließlich der Volksteile, die ihren Eintritt in die Reichsgrenzen wünschen sollten, endgültig festzustellen.
Berlin, 9. November 1918
Der Reichskanzler: Prinz Max von Baden

 



Kundgebung des neuen Reichskanzlers Ebert an die deutschen Bürger

Berlin, 9. November (WTB). Der neue Reichskanzler Ebert erläßt folgende Kundgebung an die deutschen Bürger
Mitbürger!
Der bisherige Reichskanzler Prinz Max von Baden hat mir unter Zustimmung der sämtlichen Staatssekretäre die Wahrnehmung der Geschäfte des Reichskanzlers übertragen. Ich bin im Begriff, die neue Regierung im Einvernehmen mit den Parteien zu bilden, und werde über die Ergebnisse der Öffentlichkeit in Kürze berichten.
Die neue Regierung wird eine Volksregierung sein. Ihr Bestreben wird sein müssen, dem deutschen Volke den Frieden nächstens zu bringen und die Freiheit, die es errungen hat, zu befestigen.
Mitbürger!
Ich bitte Euch alle um Eure Unterstützung bei der schweren Arbeit, die unser harrt. Ihr wißt, wie schwer der Krieg die Ernährung des Volkes, die erste Voraussetzung des politischen Lebens, bedroht.
Die politische Umwälzung darf die Ernährung des Volkes nicht stören.
Es muß die erste Pflicht Aller in Stadt und Land bleiben, die Produktion von Nahrungsmitteln und ihre Zufuhr in die Städte nicht zu hindern, sondern zu fördern. Nahrungsmittelnot bedeutet Plünderung und Raub, somit Elend für alle. Die Ärmsten würden am schwersten leiden, die Industriearbeiter am sichersten getroffen werden. Wer sich an Nahrungsmitteln oder an sonstigen Bedarfsgegenständen oder an den für ihre Verteilung benötigten Verkehrsmitteln vergreift, versündigt sich aufs Schwerste an der Gesamtheit.
Mitbürger!
Ich bitte Euch dringend, verlaßt die Straßen, sorgt für Ruhe und Ordnung.
Berlin, 9. November 1918.
Der Reichskanzler: Ebert
Neue Badische Landeszeitung, Sonntag, 10. November 1918, Morgenausgabe

 



 

Die Weimarer Verfassung

Die Nationalversammlung wird am 6. Februar in Weimar eröffnet – in Weimar, da in Berlin immer noch Unruhen herrschen. Die von ihr erarbeitete Verfassung lässt sich in vier Sektionen teilen: Grundrechte und Grundpflichten, Verhältnis Reich-Länder, Wahlsystem und Volksabstimmung, Reichspräsident und Reichsregierung. 1. Grundrechte und Grundpflichten der Deutschen: • Die Grundrechte sind: Gleichheit aller vor dem Gesetz, Freizügigkeit, Freiheit der Person, das Recht der freien Meinungsäußerung, die Glaubens- und Gewissensfreiheit, das Recht der freien Religionsausübung, das Petitionsrecht, die Vereins- und Versammlungsfreiheit, die Unverletzlichkeit der Wohnung, Briefgeheimnis. • Jeder Deutsche hatte Pflichten zu übernehmen: • Die Pflicht, “nach Maßgabe der Gesetze […] ehrenamtliche Tätigkeiten” zu übernehmen. • Die Pflicht, für den Staat “persönliche Dienste zu leisten” (z.B. Wehrdienst). 2. Verhältnis Reich-Länder • Die Staaten des Reiches werden zu Ländern, was bedeutet, dass sie ihre Souveränität verlieren. • Die Länder behalten zwar die Landesregierung und den Landtag, aber das Reich vereinnahmt wichtige Bereiche. • Die Länder haben zwar ihre Vertreter im Reichsrat, allerdings ist dieser sehr schwach und kaum an der Gesetzgebung beteiligt. 3. Wahlsystem und Volksabstimmung • Allgemeine, gleiche, direkte, geheime Wahlen • Männer und Frauen über 20 sind wahlberechtigt. • Sie wählen nach dem Verhältniswahlrecht. (d.h.: Erhält eine Partei beispielsweise 10% der Stimmen, so erhält sie dann auch 10 % der Sitze im Parlament) • Das Volk kann an wichtigen Entscheidungen durch die Volksabstimmung teilhaben. Es kann den Reichspräsidenten wählen und durch Artikel 73 einem vom Reichstag beschlossenen Gesetz zustimmen oder dieses ablehnen. 4. Reichspräsident und Reichsregierung
Durch die Verfassung bekommt der Reichspräsident die Stellung, die früher der Monarch inne hatte. Der Reichspräsident wird daher auch “Ersatzkaiser” genannt. • Die Rechte des Reichspräsidenten sind:
• Durch Art. 48, dem Notstandsparagraphen, ist er an der Gesetzgebung beteiligt, Diktator auf Zeit (außerordentlicher Notstand, Art. 48) und hat das Recht der Reichsexekution.

• Er kann den Reichstag auflösen (Art. 25).
• Er kontrolliert die Regierung (Art. 53) durch Ernennung und Entlassung von Kanzler
und Ministern.
• Er ist Oberbefehlshaber aller Streitkräfte (Art. 47).
• Er wird direkt vom Volk für sieben Jahre gewählt und kann beliebig oft
wiedergewählt werden.

Die Reichsregierung hat eine schwache Stellung, da sie vom Reichstag durch das einfache Misstrauensvotum und vom Reichspräsidenten durch dessen Vertrauen abhängig ist.

Trotz schwerer Unruhen können 1919 Wahlen zur gesetzgebenden Nationalversammlung stattfinden.

 



Die ersten Jahre der Weimarer Republik

Trotz der negativen Bestimmungen der Verfassung ist die Verfassung im Ganzen durchaus brauchbar. Der politischen Situation war sie allerdings wenig angemessen. Laut der neuen Weimarer Verfassung ist das Deutsche Reich, an dessen Spitze der vom Volk gewählte Reichspräsident steht, eine parlamentarisch-demokratische Republik. Das Parlament besteht aus dem Reichstag, in dem vom Volk gewählte Abgeordnete sitzen, und dem Reichsrat, der aus Vertretern der einzelnen Länder zusammengesetzt ist. Der Reichspräsident nimmt in dieser Verfassung eine herausragende Rolle ein. Er hat den Oberbefehl über das Militär und das Recht, den Reichstag aufzulösen (Artikel 25). Außerdem ist er zuständig für die Ernennung und Entlassung des Reichskanzlers (Artikel 53). Durch Artikel 48 der Verfassung, den so genannten Notstandparagraphen, wird ihm eine besondere Macht zuteil. In den ersten Jahren muss sich die Weimarer Republik immer wieder behaupten. Große Teile des Bürgertums und die Reichswehr stehen der Republik ebenso ablehnend gegenüber wie extreme Rechte und Linke. 1920 kommt es zum Kapp-Putsch. 1923 zum Putsch der „Schwarzen Reichswehr“. Als Folge des Versailler Vertrags (1919/20) muss Deutschland hohe Reparationszahlungen aufbringen und Gebiete wie u.a. Nordschleswig, Eupen und Malmédy, Posen und Elsass-Lothringen abtreten. Wegen angeblich ausstehender Reparationslieferungen besetzen französische und belgische Truppen im Januar 1923 das Ruhrgebiet. Im Frühjahr 1923 herrscht in Deutschland die Hochinflation die Mark hat praktisch keinen Wert mehr. Ebert bemüht sich in den letzten Jahren seiner Regierungszeit sehr darum die Situation zu stabilisieren. Ebert stirbt im Februar 1925 an den Folgen einer Operation. Sein Nachfolger wird Paul von Hindenburg, ehemaliger Feldmarschall im Ersten Weltkrieg.

 


 

Alltagsleben in den letzten Jahren der Weimarer Republik

Dieser Eintrag stammt von Rudolf Urbahn (*1916)aus Hamburg, Juli 2002.
Warum habt ihr euch nicht dagegen gewehrt?
Warum habt ihr euch das alles gefallen lassen?
Wie konnte es nur so weit kommen?
Fragen, die unsere Generation sich bis zum Lebensende wird anhören müssen und die wohl
noch einige Jahrzehnte an die Deutschen gestellt werden. Man muss schon selbst in der
Zeit gelebt haben, um die Antworten auf diese Fragen zu verstehen.
(Teil 1)
Wie war das denn in den letzten Jahren vor 1933?
Über sechs Millionen Arbeitslose. Und das, obwohl nur wenige Frauen berufstätig
waren, hatten sie doch mit Hausarbeit und Kindererziehung genug zu tun. Wer hatte
damals schon einen Staubsauger? Also runter mit dem Teppich auf den Hof, rauf auf
die Klopfstange und den Teppichklopfer geschwungen, und das meist wöchentlich.
Lebensmittel brachte man in der warmen Jahreszeit mangels Kühlschrank in den
kühlen Keller, in den Wintermonaten den Ofen heizen. Waschmaschine? Existierte
nur in der Phantasie. Nylonstrümpfe? Unbekannt. Also war Strümpfestopfen
angesagt usw. Die Frau war mit ihrem Haushalt ausgelastet, abgesehen davon, daß es
ohnehin kaum Arbeit für sie gab. Der Mann war also im Normalfall der
Alleinverdiener. So war damals die Situation, auf 65 Millionen Einwohner kamen 6-
7 Millionen Arbeitslose und eben das fast nur Männer. Das Arbeitslosengeld dieser
Zeit war mit dem von heute nicht zu vergleichen, auch nicht vom Wert her.
Da waren die Straßenkämpfe zwischen den Nazis, Sozis und Kommunisten,
Anpöbeleien von herumstehenden, meist jugendlichen Arbeitslosen auf der Straße,
mehrere Bettler pro Tag an der Wohnungstür, die sogenannten “Hofsänger”, die
darauf warteten, daß man ihnen ein in Papier eingewickeltes Fünf- oder
Zehnpfennigstück auf den Hof warf. Also: der Ruf nach dem starken Mann, der
endlich mit der Faust auf den Tisch haut und gleichzeitig auch für Zucht und
Ordnung sorgt.
Und dann kam er ja auch und mit ihm die Parolen “Doppelverdiener (die es teilweise
ja noch gab) raus aus den Betrieben!” und “Niemand darf monatlich mehr als tausend
Mark verdienen (das waren ohnehin nur wenige Spitzenverdiener)!” oder
“Gemeinnutz geht vor Eigennutz!” sowie “Schluß mit dem Klassenkampf!” und
“Schmach dem Versailler Vertrag!”. (……)


 

Auseinandersetzung mit dem Begriff „Faschismus“

Das Wort „Faschismus“ leitet sich vom italienischen “Fascio” bzw. lateinischen “fascis” (dt.
“Bund”). “Fasces” waren ursprünglich die Rutenbündel, die die römischen Liktoren in der Antike
als Zeichen ihrer Machtbefugnisse trugen. Mit dem Begriff Faschismus werden eine Reihe von
politischen Bewegungen und Systemen beschrieben, die zu Beginn des 20. Jahrhunderts entstanden
und gemeinsame Charakteristiken besitzen: ausgeprägte Orientierung auf eine Führerperson,
nationalistische, antikommunistische, antidemokratische und antipluralistische Einstellung sowie
ein gewalttätiger Wille zur Macht und Verherrlichung des Militärischen. Die faschistischen
Bewegungen verstehen sich als Ideologien, denen es um eine weltanschauliche Gestaltung des
Denkens und Handeln der Menschen geht. Das Volk wird als willenlose “Masse” begriffen, die
beliebig formbar ist. Antisemitisches und rassistisches Gedankengut finden sich in allen
faschistischen Bewegungen, am ausgeprägtesten in Deutschland.
Im Jahr 1919 gründeten in Mailand rund 200 radikale Nationalisten und Sozialrevolutionäre unter
der Führung von Benito Mussolini die “Fasci Italiani di combattimento” (Italienische Kampfbünde).
Solche “Fasci” gab es bereits zuvor in Italien vorwiegend mit linker, sozialrevolutionärer
Stoßrichtung. So nannte sich bereits 1890 eine Landarbeiterbewegung auf Sizilien “fasci
revoluzionari”.

Auch Mussolini war zunächst in der radikalen Linken aktiv, entwickelte aber bereits
im ersten Weltkrieg starke nationalistische Ambitionen, ohne dabei seinen revolutionären Ansatz
aufzugeben. Die Enttäuschung vieler Italiener über den Ausgang des Weltkrieges und die
unerfüllten Territorialwünsche vor allem in Dalmatien und auf die jugoslawische Stadt Fiume
verschaffte den Faschisten Auftrieb. Im September 1919 eroberte der Schriftsteller und
Weltkriegskämpfer Gabriele D`Annunzio mit einer Privatarmee aus Militärentlassenen und
Dissidenten Fiume. 15 Monate lang führte D`Annunzio eine Privatdiktatur und schuf das erste
Modell eines faschistischen Staates. Er ließ sich vom Balkon seines Sitzes von den Massen feiern –
mit dem faschistischen Gruß der erhobenen rechten Hand. Auch die spätere faschistische Uniform
des “Schwarzhemden” fand hier schon Verwendung.

 

 


 

 

Von Mussolinis erstem Erfolg zur Machtergreifung

Den „fasci“ gab dieser Erfolg entschlossener Gewaltanwendung ungeheuren Auftrieb: Bereits 1921
hatten sie rund 250.000 Mitglieder. In noch stärkerem Maß als später die SA bestimmten sie –
formiert als so genannte „squadre“ − durch das politische Klima Anfang der 20er Jahre. Allein von
Januar bis Mai 1921 wurden mehr als 200 Menschen bei Überfällen der Faschisten getötet. Der
Versuch Mussolinis, parlamentarische Mehrheiten zu erreichen, schlug dagegen fehl. Bei der ersten
Wahl 1919 erreichte er nicht einmal den Einzug ins Parlament. Bei den Mai-Wahlen 1921 erreicht
Mussolini gerade 35 von 535 Parlamentsplätzen. Als er im Oktober 1922 mit einem „Marsch auf
Rom“, also mit einem Putsch droht, beruft König Viktor Emanuele Mussolini zum
Ministerpräsidenten in ein Minderheitskabinett. Der Marsch auf Rom, den er anschließend
inszeniert, dient nur noch der Propaganda. In Wahrheit wurde Mussolini von rechtskonservativen
Kräften, denen teils der Mut, teils der Wille zum Widerstand fehlte, an die Macht gebracht. Der
italienische Faschismus, der bis zur Ermordung Mussolinis 1945 das Land bestimmen wird, kann
jedoch nur allmählich seine Machtbasis ausbauen. Zunächst gibt es noch ein Parlament, eine
Opposition und kritische Zeitungen. Auch in der Partei ist der „Duce“ (Führer) Mussolini nicht so
uneingeschränkt anerkannt wie später Hitler.

Erst 1925 gelingt es ihm, die sozialistische Partei und
antifaschistische Organisationen zu verbieten. Das formale Oberhaupt des Königs bleibt jedoch bis
zum Ende erhalten. Auch der „faschistische Großrat“, mit dem Mussolini regiert, ist weniger
willfährig als etwa die Entourage, die Hitler um sich sammelt. Der italienische Faschismus schuf
mit seine ausgeprägten Führerkult − dem „mussolinismo“ − das Modell für spätere faschistische
Bewegungen. Militärische Massenaufmärsche und Großkundgebungen bestimmten das Bild der
Diktatur. Der „Duce“ selbst präsentierte sich dabei als echter Volksführer: Bilder zeigen ihn als
Erntearbeiter, Familienvater, sportlichen Schwimmer und Skiläufer, sogar als Rennfahrer und
Flugzeugpilot. Dazwischen gab es immer wieder Präsentationen mit Uniform und martialischem
Auftreten. Dem „Ministerium für Volkskultur“ − dem italienischen Propagandaministerium, kam es
vor allem auf die Demonstration der Allgegenwart des „Duce“ an. Orientierungspunkt für den
italienischen Faschismus blieb das Prestige und Vorbild des antiken römischen Weltreiches.

 


 

Hitler und der Nationalsozialismus

Bereits in der Zeit vor der Machtergreifung erscheint der Nationalsozialismus in seiner äußeren
Erscheinung wie eine Kopie des italienischen Faschismus. Die paramilitärischen Verbände der SA
mit ihrer Braunhemd-Uniform und den von ihnen provozierten gewalttätigen Straßenschlachten
muten wie eine Imitation der faschistischen Schwarzhemden an. Auch die gewalttätige Rhetorik
Hitlers, die gleichermaßen nationalistisch wie sozialrevolutionär ist, erinnert an Mussolinis
Auffassung. Nicht zuletzt erscheint Hitlers Putschversuch vom 9. November 1923 mit seinem
inszenierten “Marsch zur Feldherrnhalle” wie eine Kopie von Mussolinis Marsch auf Rom.
Allerdings wird Hitler erst 10 Jahre später als Mussolini an die Macht kommen. Aber auch hier gibt
es eine Parallele: Wie Mussolini wird auch Hitler vor allem durch die alten Eliten an die Macht
gehievt, und wie dieser verklärt er dies als Machtergreifung. Allerdings gibt es auch deutliche
Unterschiede: Der Antisemitismus, der in Italien nicht besonders ausgeprägt war, wurde im
Nationalsozialismus zu einem wesentlichen ideologischen Element. Auch der Rassegedanke und
die Blut- und Bodenmythologie wurde erst im Nationalsozialismus zum tragenden Element der
Politik bis hin zum Ausrottungs- und Vernichtungskrieg in Osteuropa gegen die minderwertigen
slawischen Rassen. Während der italienische “Duce” den deutschen “Führer” anfangs allenfalls als
Juniorpartner sah, geriet er später in immer größeren Einfluss des deutschen Reiches. Nach 1943,
als Mussolini zunächst abgesetzt wird und dann von deutschen Truppen befreit und wieder
installiert wird, ist er nur noch eine Marionette Hitlers. Italien ist nur noch propagandistisch ein
Verbündeter, faktisch ein besetztes Land.
Die Propaganda betont immer wieder, dass Hitler von der „Vorsehung“ oder gar vom „Himmel“
geschickt worden sei. Auch der Gruß „Heil-Hitler“ ist in diesem Kontext zu sehen. „Heil“ im
Kontext von „Heil Christi“ selbst wurde aus dem religiösen Zusammenhang gelöst und sollte nun
signalisieren, das „Heil“ komme nun durch Hitler.


Warum habt ihr euch nicht gewehrt?

Dieser Eintrag stammt von Rudolf Urbahn (*1916) aus Hamburg, Juli 2002.
Warum habt ihr euch nicht dagegen gewehrt?
Warum habt ihr euch das alles gefallen lassen?
Wie konnte es nur so weit kommen?
Fragen, die unsere Generation sich bis zum Lebensende wird anhören müssen und die wohl
noch einige Jahrzehnte an die Deutschen gestellt werden. Man muß schon selbst in der Zeit
gelebt haben, um die Antworten auf diese Fragen zu verstehen.
(Teil 2)
…Na, und dann war es soweit. Am 30. Januar 1933 kam die so genannte
“Machtergreifung”. Da das Ganze wie eine unblutige Revolution ablief, hielt ich und
viele andere in meinem Umfeld es fast für normal, daß man politische Funktionäre der
Oppositionsparteien in uns bis dahin unbekannte Konzentrationslager einlieferte. Wir
dachten dabei an Umerziehung, um auch sie von der nationalsozialistischen Idee zu
überzeugen. Daß die Praxis anders aussah, erfuhren wir Normalbürger auch erst nach
dem Krieg.
Nach der Machtübernahme Hitlers kamen zunächst die für uns angenehmen Seiten.
Nach drei Jahren gab es statt Massenarbeitslosigkeit fast Vollbeschäftigung, was wohl
jeder von uns als das Wichtigste empfunden hat. Als besondere Errungenschaft haben
viele die Organisation „Kraft durch Freude“, kurz KdF genannt, angesehen (eine
Unterorganisation der „Deutschen Arbeiterfront“, die Nachfolgerin der zwangsweise
aufgelösten Gewerkschaften). Da konnte sich auch mal der kleine Mann eine Kreuzfahrt
leisten. „Auf nach Madeira“ hieß es da, oder „ab in die norwegischen Fjorde“.
Mir persönlich bleibt die freudige Erinnerung, daß ich als 19jähriger das erste Mal
richtig Urlaub machen konnte. Bis dahin stets von Berlin nach Leipzig zu den
Großeltern, fuhren jetzt mein Freund und ich mit einem KdF-Sonderzug für zehn Tage
nach Fischbach am Inn in Bayern. Das Ganze kostete mit Fahrkosten, Vollpension und
zwei Busausflügen 49,50 Reichsmark, und das war selbst für damalige Verhältnisse
richtig geschenkt. Weiterhin hatte KdF vielfältige, preiswerte Angebote in den
Bereichen Sport und Unterhaltung. Sicher nicht von allen, aber doch von der Mehrheit
der Jugendlichen wurden die Aktivitäten in HJ oder BDM gern angenommen. Der
Arbeitsdienst, den ich persönlich auch hinter mich gebracht habe und von dem die
Wenigsten begeistert waren, fanden wir gerecht. Mußten doch für 25 Pfennige am Tag
auch die Söhne der oberen Schichten den Spaten in die Hand nehmen. − Die Olympiade
1936 löste allgemeine Begeisterung aus, auch im Ausland
Man könnte alledem noch einiges Positives hinzufügen, insbesondere auf
außenpolitischer Ebene, bis dann 1939 der Einmarsch in Polen schon nachdenklich
machte. Ich selbst habe dann, 1937 zur Wehrmacht einberufen, bis 1945 Gelegenheit
gehabt, Europa auf eine ganz besondere Art und Weise kennenzulernen. Der
Judenverfolgung, die ja 1938 verstärkt einsetzte, konnte ich keinesfalls zustimmen. Es
hieß, die Juden seien “Volksschädlinge” und müßten enteignet werden.

Niemand konntesich   aber damals vorstellen, daß diese Menschen in KZs eingeliefert und später systematisch umgebracht würden. Diese Gräueltaten waren auf der Welt einmalig und
mehr als verabscheuungswürdig.
Im Nachhinein als Fazit betrachtet: Bis 1939 sahen die meisten von uns so etwas wie
eine Aufbruchstimmung, bei vielen sogar gepaart mit Begeisterung, auch bei mir. Nur,
beim vorher viel gepriesenen Frieden hätte es bleiben müssen. Bis zu diesem Zeitpunkt
kann ich auf die Frage: „Wieso habt ihr euch nicht gewehrt?“ nur antworten: „Warum
sollten wir“? wir sahen keine Veranlassung dazu. „Aber in Hitlers Mein Kampf war
doch schon alles zu lesen“? Stimmt, aber wer von uns hatte diesen Wälzer schon
gelesen? Ich selbst nicht und mir war auch niemand anderer bekannt, das Thema wurde
gar nicht erläutert.


Je mehr es auf das Kriegsende zuging, desto mehr begann die allgemeine Stimmung zu
sinken, auch bei mir. Als man dann am Schluß hörte, was alles Schlimmes und
Grausames passiert war, kamen die abgrundtiefe Enttäuschung, Zorn und Wut. Unsere
Generation hatte man verschaukelt und betrogen. Daher nach dieser Erfahrung die
Mahnung an die nachfolgenden Generationen: „Wehret den Anfängen!“
Ich habe vollstes Verständnis dafür, wenn diese historische Epoche von unmittelbar
Betroffenen anders beurteilt wird. Ich kann nur aus der Distanz von heute das sagen,
was ich damals tatsächlich erlebt und empfunden habe.


 

                                                                                       TOTALITARISMI A CONFRONTO