CONSULTA LINK
MUSEO CESARE LOMBROSO TORINO:
http://museolombroso.unito.it/index.php/it/
RIFLESSIONI.IT, PER IL PARAGRAFO SUL POSITIVISMO:
https://www.riflessioni.it/enciclopedia/positivismo.htm
http://www.filosofico.net/lombroso.htm
INFORMAZIONI SUL CASO VILLELLA:
https://www.vice.com/it/article/598d4z/neoborbonici-teschio-villella-lombroso
CESARE LOMBROSO
Lombroso sviluppò le sue teorie sotto la forte influenza del positivismo.
IL POSITIVISMO
Sotto la spinta e la protezione della borghesia, nel corso dell’Ottocento, si spingeva per una migliore formazione tecnico-scolastica e universitaria, dati i risultati conseguiti nella ricerca scientifica e nelle sue applicazioni pratiche. Il Positivismo affonda le sue radici nell’illuminismo inglese e francese; dal primo ne deduce la sua matrice utilitaristica e dall’illuminismo francese il principio teorizzato da Condorcet secondo cui il progresso della conoscenza dipende dalla costituzione e dal progresso delle scienze positive, ossia esatte e sperimentate. Nacque in Francia nella prima metà dell’Ottocento da Auguste Comte, che sì basò sul principio già espresso da Fourier: l’uomo grazie alla sua razionalità, è in grado di conoscere le cause del mondo che non ci sono note, ma che sottostanno a leggi semplici e costanti deducibili mediante l’applicazione del metodo scientifico, il cui studio costituisce l’oggetto della filosofia naturale. Questa concezione pragmatica e laica della cultura influenzò Lombroso e i suoi studi pionieristici nel campo dell’antropologia criminale.
VITA
Cesare Lombroso (Verona, 1835 -Torino, 1909), psichiatra e antropologo, è considerato il padre della criminologia moderna. Nato in una numerosa famiglia ebraica di Verona come Ezechiah Marco ha poi cambiato il suo nome in Cesare. Sulla sua prima formazione ha notevole influenza il cugino David Levi, un pensatore illuminista e un patriota che ha partecipato al Risorgimento. David Levi indirizza il giovane parente verso il distacco dall’ortodossia religiosa. Ma sulla formazione di Lombroso ha una notevole influenza anche il medico Paolo Marzolo, che lo introduce allo studio dell’antropologia e della linguistica. Sotto la guida di Marzolo nel 1850 abbandona la scuola pubblica per studiare privatamente. Tre anni dopo s’iscrive a medicina e chirurgia presso l’Università di Pavia, seguendo i corsi di Giuseppe Balsamo Crivelli e di Bartolomeo Panizza, ma recandosi per motivi di studio anche a Padova e a Vienna. Cesare Lombroso è uno studente eccellente ed eclettico. Oltre alla medicina si interessa di lettere, storia e scienze naturali. Rientrato a Pavia, si laurea nel 1859 con una tesi sul cretinismo in Lombardia. Ormai il suo interesse professionale è per l’antropologia, la psichiatria e la criminologia. Dopo l’Unità d’Italia supera una serie di esami a Genova e si laurea nuovamente nel Regno di Sardegna, per poi arruolarsi come volontario nel corpo sanitario dell’esercito regio. Nel 1862 venne inviato per qualche mese in Calabria partecipando, sempre come medico, alla guerra contro il brigantaggio. Un’esperienza che lo segna, sia nella sue riflessioni antropologiche ed etnologiche che nelle conoscenze sanitari ed epidemiologiche. Rientrò in ambiente accademico nel 1863.
Nel 1864 pubblica “Genio e follia”. Il libro avrà diverse edizioni e a partire dalla quarta, nel 1882, cambia titolo in “L’uomo di genio”. Dal 1864 al 1876 dirige il manicomio di Pavia e insegna psichiatria presso l’università pavese. In questo
periodo organizza un gabinetto speciale per le ricerche sulle malattie mentali e per le dimostrazioni didattiche, lavorando al confine tra psichiatria e medicina legale. Dopo il 1875 si sposta a Torino, per insegnare Medicina legale e igiene pubblica a Torino. Il suo lavoro è intenso. Diventa membro della Società freniatrica italiana da poco fondata Arricchisce i laboratori universitari di nuova strumentazione e fonda quel Laboratorio di medicina legale e di psichiatria sperimentale che in breve lo rende celebro in tutto il mondo. Lombroso fonda a Torino una nuova disciplina, l’antropologia criminale, sostenendo che i delinquenti sono portatori di tratti somatici distintivi. Nel 1876 pubblica “L’uomo delinquente“. Nel 1880 fonda con Enrico Ferri e Raffaele Garofalo l’Archivio di psichiatria, scienze penali e antropologia criminale. Nel 1893 pubblica “La donna delinquente, la prostituta e la donna normale”. Nel 1895, infine, “Grafologia”. La rivista e i tutti i suoi libri hanno notevole influenza nell’ambito dell’antropologia criminale. Nel 1898 fonda a Torino un museo di psichiatria e criminologia.
Nel corso della sua vita professionale, Lombroso viaggia molto, recandosi a Parigi, Budapest, Mosca, Amsterdam. Nel 1907 si sposta a Roma, per insegnare proprio l’antropologia criminale, per la quale è tuttora famoso. Tuttavia, la sua attività di ricerca è molto vasta. Da giovane svolge una serie di indagini epidemiologiche con metodo statistico, incrociando i dati sanitari con quelli geografici e climatici, e dimostrando lo stretto rapporto tra l’uomo, la sua salute e l’ambiente. Nell’ambito di queste ricerche si concentra su alcune malattie come cretinismo, il gozzo e la pellagra, dimostrando come una cattiva alimentazione possa favorirle. È proprio grazie ai risultati delle ricerche di Lombroso che venne imposto il divieto di vendere mais avariato. Lombroso è un positivista e tra i suoi interessi c’è anche lo studio dei fenomeni medianici, nel tentativo di ricondurli,
appunto, in ambito scientifico. Ma sono le ricerche nel campo dell’antropologia e della psichiatria applicate alla medicina legale che lo rendono famoso. Lombroso studia infatti le caratteristiche anatomiche e psicologiche di diverse etnie e con una serie di ai validi collaboratori dell’Università di Pavia fornisce un notevole contributo alla nascita della psichiatria scientifica. Rivolge una particolare attenzione al rapporto tra genio, follia, alienazione e crimine, descrivendo due tipi di follia: la follia morale, ovvero un grave disturbo di origine sociale, e la follia naturale, dovuta appunto alla natura del delinquente che si manifesta nella fisionomia del criminale. Oggi questi studi sono del tutto screditati. Lombroso è anche sostenitore dell’eugenetica e si batte per la sterilizzazione dei delinquenti. E tuttavia, in campo politico, è un democratico e rivolge particolare attenzione alle classi disagiate. Muore a Torino nel 1909.
INFLUENZE e CONCETTI
Nel patrimonio umanistico della gioventù di Lombroso va inserita anche la teoria della degenerazione (la sfavorevole modificazione del gene), dello psichiatra francese Morel, che nel 1857 pubblica il Trattato delle degenerazioni fisiche, intellettuali e morali della specie umana. Secondo Morel la degenerazione è un processo ereditario e progressivo che porta all’annientamento del ceppo genetico entro poche generazioni. Questo processo segue la teoria dell’evoluzione di Lamarck e agisce sullo sviluppo psichico del soggetto. Lombroso ne è profondamente influenzato e applica questa teoria anche sul piano fisico. Vede la degenerazione come la conseguenza a una lesione che arresta la crescita fetale nella fase inferiore dello sviluppo.
Importante per comprendere Lombroso anche il concetto di atavismo: la ricomparsa improvvisa, ossia a distanza di generazioni, di caratteri ancestrali, appartenenti agli avi. Con gli anni, l’atavismo viene considerato da Lombroso come un avvenimento necessariamente negativo e colui che ne è colpito deve essere considerato un delinquente. I caratteri primitivi infatti lo porterebbero a compiere azioni violente, a non riuscire a comportarsi in società e a renderlo un criminale recidivo. Se si uniscono i concetti di atavismo e di degenerazione otteniamo un processo chiamato reversione.
La teoria di Lombroso in parte scagiona il criminale, poiché la colpa dei suoi reati è di carattere anatomico-genetico e non li commette di sua volontà, ma significa anche che per lui non c’è redenzione, commetterà sempre qualche reato e se ha tratti primitivi prima o poi comunque violerà la legge.
IL CASO VILLELLA
Giuseppe Villella era un brigante calabrese. Morto nella prigione di Pavia, il suo corpo non venne reclamato e così venne utilizzato per studi scientifici. Qualche anno dopo però, divenne oggetto di studio da parte di Lombroso, che scoprì l’ occipitale mediana, una “fossetta” al posto di una piccola cresta fra i due lobi del cervelletto. Cesare riteneva di aver scoperto un tratto peculiare di delinquenti e alienati, che avrebbe contribuito alla sua teoria sull’ atavismo e la degenerazione, ma le ricerche più recenti lo smentiscono. Ancora oggi il cranio è conservato al museo di antropologia criminale Cesare Lombroso di Torino, nonostante la tempesta che l’ha visto protagonista avrebbe voluto seppellirlo nella sua terra natia, con una parte importante del pensiero lombrosiano.
CESARE LOMBROSO E LA DONNA.
Lombroso lavorò a “la donna delinquente, la prostituta e la donna normale” con il collega Guglielmo Ferrero, in cui espone la sua teoria sulla donna. Studiando biologicamente molte specie animali, Lombroso giunge alla soluzione che la predominanza femminile per gerarchia e fisico avviene solo fra le specie inferiori (anfibi, aracnidi, etc.), mentre in quelle superiori, come i primati, è l’uomo ad essere più grosso, con più caratteri e ai vertici della società. Inoltre, spiega lo sviluppo femminile umano che avviene prima di quello maschile, dicendo che gli esseri inferiori si sviluppano prima non essendo così complessi come gli esseri superiori. Quindi partiamo dal presupposto che la donna sia inferiore all’uomo. Lombroso divide poi la donna in normale, delinquente e prostituta. Negli studi inoltre vengono fatte anche distinzioni fisiche in base al ceto sociale, ma è una componente non così rilevante: è per lui più attendibile la conformazione fisica piuttosto che eventuali cause che potrebbero aver portato a un delitto o alla prostituzione.
CARATTERI GENERALI DELLA DONNA NORMALE
- La donna normale è solitamente inferiore rispetto all’uomo per altezza, peso, cranio, cervello, cuore e polmoni.
- I caratteri “degenerativi” (mandibola sporgente, diastema, rughe precoci, etc.) invece sono più frequenti nell’uomo. La mancanza di accumulo di caratteri degenerativi anche nelle donne degenerate, ossia cretine (1), pazze e criminali è da addebitare alla selezione sessuale. Rimase davvero stupito dalla scarsezza dei caratteri degenerativi, retaggio, potremmo dire, della kalokagathìa greca: era più facile considerare malvagia o colpevole una persona deforme.
- La calvizie e la canizie, che nella donna compaiono più tardi che nell’uomo, sarebbero dovuti a una minore attività psichica. Questa considerazione è figlia delle idee di Lamarck (1744 – 1829) che, con quelle di Darwin (L’origine delle specie 1859), influenzarono molto le teorie di Lombroso.
(1) Cretine: affette da cretinismo, malattia di chi è affetto da ipotiroidismo, la carenza di ormoni dovuta a un malfunzionamento della ghiandola tiroidea o dell’ipofisi, che causa deficienza mentale e/o fisica. Il cretinismo può portare al nanismo, sordomutismo e a un irregolare crescita di ossa e articolazioni.
I SENSI
- Per quanto riguarda i sensi come olfatto, gusto, tatto e vista basandosi sugli studi di altri scienziati, ne deduce che nei sensi la donna è meno fine dell’uomo, fatta eccezione per l’udito. Essa non distingue bene le forme da lontano, riporta, non riesce a riconoscere le sfumature nel gusto. Quindi la sua ottusità non le farebbe apprezzare un buono quadro, lei elenca le sfumature mentre l’uomo è già stato attraversato da un centinaio di idee.
- Dal punto di vista sessuale, le sue sensazioni sono più intense rispetto a quelle maschili. Ma a differenza dell’uomo, la donna non è schiava dei suoi appetiti sessuali e nell’uomo cerca per lo più protezione e maternità.
- Dagli studi sulla sopportazione del dolore risultano pareri contrastanti: alcuni ritengono che la donna sopporti il dolore maggiormente, Lombroso è fra quelli che dicono che se sopporta più il dolore dell’uomo è perché ne ha meno sensibilità.
LA CRUDELTÁ
Ci sono molti e vari esempi di donne che in guerra furono feroci anche più degli uomini. Ed elencando le loro storie Cesare dice, riguardo a Caterina Sforza, che difese strenuamente la rocca di Forlì dal duca Valentino, che deve esserci stato un eccezionale scambio di caratteri materni e paterni: della madre il sesso, del padre il cervello. È lo stesso processo che utilizza per spiegare gli uomini effeminati: sesso del padre, cervello della madre. La donna inoltre dimostra efferatezza nelle vendette e sadismo nelle esibizioni di crudeltà, come durante gli auto-da-fè. Tuttavia, per una selezione sessuale, la donna dovette perfezionarsi nella mitezza e nella dolcezza, in modo da farsi adottare dal marito con una neotenia simulata. Il comportamento però nella vita quotidiana l’avvicina al fanciullo, nel voler rendersi interessante o nello stringere amicizie con donne dalla personalità meno importante e facili da controllare, al selvaggio, nella sua ferocia, e per questo l’avvicina al delinquente nel suo scarso senso morale, anche se altri aspetti del suo comportamento ne annullano le connotazioni criminali.
INTELLIGENZA
Lombroso non esclude che la donna possa essere intelligente ma, non allo stesso livello dell’uomo. Secondo lui questo è dimostrato dalla mancanza di geni fra le donne nella storia. Prende in considerazione l’ipotesi di altri scienziati che danno la colpa a cause sociali, ma lo esclude portando come tesi l’alta educazione delle donne aristocratiche francesi. Tuttavia, è anche vero che l’educazione, quando avveniva, era di stampo domestico, il canto, la musica e il cucito erano più importanti della matematica o della scienza. Le donne molto intelligenti inoltre, le spiega come il risultato di una particolare affluenza dei caratteri del padre, notando nei loro tratti una certa virilità. Uno dei motivi per cui l’intelletto femminile non si espande e non crea, è l’inerzia forzata a cui l’uomo ha costretto la donna, ammette lo stesso Lombroso. E oltre a questo, l’uomo che lotta da sempre contro nemici, per la conquista di una donna, per sorpassare i rivali ha dovuto sviluppare più intelligenza della donna, semplice coltivatrice. Oggigiorno, sappiamo che questa scelta dei ruoli è dovuta alle caratteristiche fisiche che distinguono la donna dall’uomo, non quelle intellettuali. Una di queste caratteristiche è la maternità, causa anch’essa della differenza intellettuale. Lombroso afferma infatti che l’intelligenza si sviluppa in maniera inversa rispetto alla fecondità. Maggiore sarà il ruolo nella maternità, minore il senno.
STREGONERIA
Era questo il delitto più grave imputato alla donna durante il Medio Evo sotto le direttive del Cattolicesimo. Cesare non ha dubbi che si tratti di fenomeni istero-epilettici: per determinare se una donna è una strega, veniva forata la pelle con aghi in cerca di zone indolori e senza emorragia; e cioè, quelle zone anestetiche proprie dell’isterismo. Anche le lingue sconosciute, che le streghe parlano quando sono possedute dal demonio, sono frutti dell’ isterismo. Inoltre, sarebbero le allucinazioni in cui cadevano durante gli attacchi istero-epilettici a condannarle al rogo il più delle volte. I Sabba vengono spiegati come allucinazioni che si propagavano per contagio e che venivano aiutate da unzioni di Belladonna e altre Solanacee.
LA PROSTITUZIONE
La diffusione della prostituzione fra i popoli civili avviene soprattutto ai primordi dell’evoluzione e ha caratteristiche simili alla prostituzione fra i popoli selvaggi. Esistono diversi tipi di prostituzione:
- sacra: la prostituzione è sacra quando si intreccia con il culto. Era presente nella cultura Fenicia, Babilonese, Egizia, Greca, Romana, fino al Medioevo, dove vede protagoniste alcune sette cristiane.
- Civile: la prostituzione in questo caso diventa un’istituzione dello Stato. Uno degli esempi più antichi è il ” dicterion“, istituito da Solone << nel quale schiave comprate e mantenute dallo Stato rilevavano un tributo quotidiano sui vizi della popolazione>>. I dicterion venivano considerati luoghi di asilo, dove il cittadino si trovava sotto la protezione dello Stato e nessuno poteva commettere reati. Le case di tolleranza continuano a esistere ancora oggi.
- Estetica o letteraria: propria dell’antica Grecia e della Francia fra il 1500 e il 1700. Si parla di eteree e auletridi, o più in generale suonatrici, che erano divise in due distinte classi sociali: famigliari e filosofe. Le filosofe erano le più istruite e frequentavano un ambiente più dotto e letterato. Tutte le cortigiane si consideravano come dedicate al servizio pubblico e non potevano uscire dal Paese senza il permesso di un arconte. Anche durante il ‘500 italiano si diffusero le prostitute colte, che venivano richieste da artisti e letterati.
- Concubinaria: si potrebbe parlare quasi di prostituzione famigliare, poiché le concubine avevano un ruolo nella casa. Erano sostitute legali durante le malattie, i parti e gli altri impedimenti della vera sposa.
- Ospitale: Cesare Lombroso riporta che era usanza fra alcuni popoli antichi e fra alcuni popoli selvaggi, fornire il letto a un forestiero o a un cavaliere in epoca medievale.
- di Corte: la prostituzione non era estranea alle corti. A Francesco I per esempio, si dice che piacessero particolarmente le scappatelle notturne nelle stanze delle dame a palazzo, spesso con la minaccia che, rifiutandolo, il marito si ritrovasse sotto una qualche accusa o senza più l’incarico che ricopriva. Mezeray nella sua Storia di Francia dice che questa corruzione iniziò con Francesco I, proseguì con Enrico II, raggiunse un considerevole grado di sfrenatezza con Carlo IX e Enrico III.
- Politica: le donne più intraprendenti, lontano dalle corti, seducevano capitani e soldati per dirigere le schiere di Fronda.
CARATTERI GENERALI DELLE REE E DELLE PROSTITUTE
Lombroso e Ferrero studiarono a lungo i crani, confrontando quelli delle donne normali con quelli delle prostitute e delle criminali, dividendo quest’ultime in incendiarie, assassine, avvelenatrici, ladre, complici di stupro, etc. Pur ammettendo lui stesso di aver ottenuto scarsi risultati e di averci passato più tempo del dovuto, cercando di trarre delle misurazioni da cui estrapolare le caratteristiche proprie delle varie tipologie di donne. Processo che eseguì anche per gli uomini. Scarsi risultati perché capisce in seguito di dover guardare le anomalie, non le misurazioni. Per cui nota che:
- paragonate alle donne normali, le delinquenti hanno più caratteri maschili, sia normali che delinquenti. La virilità che caratterizza il ceppo criminale femminile è da ricercarsi nell’atavismo. Tesi supportata dalla virilità propria delle donne nei popoli selvaggi.
- le anomalie più importanti sono quelle patologiche.
- molte misurazioni delle caratteristiche fisiche sono inferiori a quelle delle donne oneste, ma la calvizie avviene invece con minor frequenza, come le rughe che sembrano manifestarsi solo nell’età matura. Al contrario, la canizie è più precoce.
- il tatuaggio è molto frequente fra le donne criminali e ancora di più fra le prostitute, il tatuaggio ha ragioni ataviche, come nota anche nell’uomo criminale, poiché era presente anche nella vita dell’uomo ai suoi primordi.
- maggiore precocità sessuale in confronto alle normali e agli uomini, in molte ree e in molte prostitute. C’è una contraddizione per quanto riguarda le prostitute, in cui la precocità si affianca alla frigidità.
Gabriella Bompard, caratteri:
1,46 m, sviluppo rudimentale di anche e seni, che le permise di travestirsi da uomo per mesi. Capelli folti, rughe precoci, pallore livido e naso corto. Mascella voluminosa, eurignatismo mongolico.
CRIMINALI-NATE
Le criminali-nate commettono più di un reato e spesso di diversa tipologia. I loro delitti sono spesso caratterizzati da una grande crudeltà e da molto sadismo. Sviluppano fin dalla gioventù una sessualità deviata: prostituzione ed erotismo. Alcune hanno una grande impulsività in azioni e desideri, la tendenza alla vita avventurosa e dissipatrice. Queste solitamente non hanno una grande intelligenza. Sono molto intelligenti invece, le donne che premeditano i loro delitti, a differenza di quelle che ne commettono di passionali. Anche le avvelenatrici dimostrano un’intelligenza superiore alla media, così come le ladre. Rilevante è il fattore della forza fisica poiché ove essa venga meno, la natura le dota di straordinaria astuzia. Il loro delitto, frutto di una mente acuta, viene attuato con metodi spesso complicati. La vendetta è uno dei moventi principali del delitto femminile. Anche se spesso non hanno una vera motivazione ai loro delitti, se non una cieca malvagità. Porta come esempio certe adultere che, imperiose e violente, riescono a imporsi ai loro deboli mariti, che le lasciano libere temendo il peggio. In ogni caso, spesso li uccidono lo stesso. Un’altra motivazione può essere l’avidità, di soldi e/o vestiti. Altre caratteristiche:
- Hanno una forte religiosità.
- Elemento contradditorio: la generosità verso gli infelici, che conducono una vita peggiore della loro. Ma ancora più piacevole è quando questi, riconoscenti, si prostrano ai loro piedi. Quindi alla fine, è pur sempre egoismo.
- Sentimenti falsi, non potendo provarne di veri li simulano.
- Alcune non hanno affetto materno verso il loro figli.
- Ostinazione nel negare il loro delitto anche davanti a prove certe. In contrapposizione a quelle che durante il processo confessano ogni cosa per il gusto di parlare.
- Suggestione: spesso convincono altri a uccidere per loro.
La diminuzione di questi caratteri sessuali secondari è un effetto dell’atavismo poiché ci rimandano a tratti maschili.
SUICIDIO
In media le donne si tolgono la vita in minor numero rispetto all’uomo, come ha avuto modo di constatare Lombroso, per quanto riguarda le sofferenze fisiche e la miseria. Prevalgono però nei suicidi per amore, se non impazziscono prima, poiché risulta che le donne abbandonate, alla vendetta preferiscono la morte. La donna ha una parte predominante invece, nel suicidio doppio, prendendo lei di solito l’iniziativa e la decisione specie quando una storia d’amore è ostacolata. Importante anche la parte della madre nei suicidi con il figlio, solitamente spinte dalla miseria. Comportamento comune fra le donne oneste che non possono morire sole, in quanto il figlio viene sentito come parte dell’organismo, per cui non può essere lasciato al suo destino. Infine, il suicidio per pazzia fra le donne è il più comune ed è in percentuale maggiore rispetto a quelli maschili.
PROSTITUTE-NATE
Così come esistono criminali-nate, ci sono anche prostitute-nate. Le si possono individuare, quando sono affette da:
- pazzia morale: solitamente riferita a coloro che non provano affetti e rimorsi per i loro familiari, mostrano malvagità, non provano vergogna, sono inclini agli alcoolici e non riescono a relazionarsi con le altre prostitute in un rapporto amichevole.
- assenza di spirito e affetto materno: provano terrore al pensiero della maternità e abbandona, maltrattano i figli e quando le figlie raggiungono la maggiore età, prostituiscono le figlie.
- criminalità: non è difficile immaginare come in un contesto di povertà, possano arrivare a rubare, aggredire, ricattare
- cadono nell’ alcoolismo tanto quanto gli uomini
- cupidigia, mancanza di pudore e sono precoci nell’ intraprendere la loro professione.
- sono caratterizzate da generosità intermittente, come le criminali-nate.
- intelligenza molto varia: dall’idiozia al quasi genio.
- il tatuaggio è rudimentale, poche volte è fine. Nelle prostitute ree troviamo anche tatuaggi poetici, come una citazione del terzo canto dell’Inferno.
- gergo semplice, forte religiosità, grande amore per gli animali, vanità, ozio come attività prediletta.
- attitudine alla menzogna dovendola usare nella vita quotidiana, diventa un vizio per ogni cosa.
Inoltre, è possibile che una donna diventi una criminale o una prostituta per occasione.
LOMBROSO OGGI
Benché sia morto da quasi un secolo, Lombroso ha continuato a far parlare di sé. Molti movimenti vorrebbero vedere il suo museo chiuso, tacciandolo di antimeridionalismo e di aver contribuito a fondare l’eugenetica nazista. Tuttavia, Lombroso non merita di accollarsi colpe che non ha e nei suoi studi ha sempre cercato di seguire i dati, le statistiche e le testimonianze. Le sue teorie non sono più considerate valide, ma ha contribuito anche lui al processo scientifico.
BIBLIOGRAFIA:
LA DONNA DELINQUENTE, LA PROSTITUTA E LA DONNA NORMALE DI CESARE LOMBROSO e GUGLIELMO FERRERO
ARTICOLO REDATTO DALL’ ALLIEVA COLONGO ELEONORA DELLA CLASSE IV A DEL LICEO CLASSICO
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