Asturcone fu il celebre destriero di Giulio Cesare, che si avvalse abilmente delle sue innate qualità: originario delle Asturie, da cui deriva il suo nome, non era un esemplare flessuoso, armonico e veloce, come un cavallo Arabo, tuttavia, nella morfologia della sua razza non aggraziata, ma poderosa, vi era una grande capacità di resistenza, forza ed una docilità ai comandi non comune.
Giulio Cesare aveva bisogno di un cavallo utile e funzionale ad ogni circostanza.
Egli era rinomatamente adorato dai suoi soldati, un generale dalle attitudini psico-fisiche straordinarie, che gli permisero di affrontare sempre in prima linea le battaglie e gli scontri coi nemici di Roma, ma anche con i suoi avversari personali.
Doveva quindi avvalersi di un cavallo sui generis, coraggioso e pronto a lanciarsi con impeto, ma egualmente freddo negli strepiti e fragori della guerra, mansueto e ubbidiente agli ordini.
Asturcone accompagnò Cesare nella campagna delle Gallie e nel famoso passaggio del Rubicone.
Anch’esso, come Bucefalo, riflesse la grandezza del proprio padrone, divenendo soggetto di aneddoti in bilico tra mito leggendario e realtà.
Svetonio nelle sue “Vite dei Cesari”, ci narra che Asturcone, nato negli allevamenti dei Giulii, aveva già da puledro manifestato caratteristiche originali come lo zoccolo fesso simile ad un piede umano, e che fu vaticinato, da parte degli aruspici, che colui che lo avesse preso come compagno di imprese, sarebbe diventato il padrone del mondo.
Per questi motivi Cesare volle essere il primo e l’unico a montarlo.
Quando morì gli consacrò una statua eretta dinanzi al tempio familiare di Venere Genitrice.
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