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CARL VON CLAUSEVITZ: ANALISI DI FILOSOFIA DELLA GUERRA
https://centrostudistrategicicarlodecristoforis.files.wordpress.com/2013/05/clausewitz-pili.pdf
LIBRERIA MILITARE
Lenin e Von Clausewitz
http://www.warfare.it/storie/lenin_clausewitz_p1.html
https://www.britannica.com/biography/Carl-von-Clausewitz
http://www.filosofico.net/clausewitz.htm
“La paura è diretta alla conservazione fisica, il coraggio alla conservazione morale.”
”DELLA GUERRA”
Tre sono le forze in gioco: il cieco istinto dell’odio, la libera scelta dell’anima e la pura e semplice ragione. Un soldato non deve essere il mero strumento dell’autorità, ma proprio in nome della ragione e del sentimento ha il diritto di ribellarsi agli ordini. Con “La guerra del Peloponneso” di Tucidide, il trattato di Clausewitz è un classico della letteratura sull’arte della guerra. Un’analisi logica, razionale ed emotiva dell’aggressività umana quando si fa vero e proprio strumento politico.
L’offensiva è l’elemento fondamentale della guerra. Lo dimostra in queste pagine un grandissimo teorico dell’arte militare, forse il più grande di tutti, Carl von Clausewitz., dedicata principalmente alle strategie offensive, sui campi di battaglìa e nella vita. Perché tutti noi siamo come piccoli Stati, determinati a raggiungere i nostri obiettivi anche a costo di metterci in contrasto con altri individui. E spesso ci troviamo costretti a “muovere guerra”: è indispensabile tenere presenti allora le regole fondamentali che rispecchiano la natura stessa dei conflitti. Qui si rivelano tutta la genialità e l’attualità del grande teorico prussiano di inizio Ottocento. Nessuno ha saputo analizzare l’essenza e i caratteri della guerra con tale profondità, ed è per questo che leggere il suo testo, dopo duecento anni e in un mondo socialmente, politicamente e tecnologicamente così diverso, è di estremo interesse non solo per gli specialisti ma per chiunque si trovi a misurarsi con una situazione conflittuale. Il che, prima a poi, capita davvero a tutti.
“Il fatto che un massacro sia uno spettacolo orrendo deve farci prendere con maggior serieta la guerra, ma questo non fornisce una scusa per lasciar arrugginire le nostre spade nel nome dell’ umanità. Presto o tardi qualcuno verrà con una spada affilata e ci staccherà le braccia.”
“Della guerra” è il trattato sul quale si sono formati i grandi generali e a cui hanno attinto i politici e i rivoluzionari che hanno cambiato il mondo negli ultimi cento anni. Von Clausewitz nega che la guerra sia un «fenomeno puramente militare» e il suo celebre assioma «la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi» non solo ha condizionato il pensiero di generazioni di militari, ma ha saputo fornire anche all’uomo della strada gli strumenti per comprendere il fenomeno bellico, quel continuum guerra-pace che ha cadenzato lo sviluppo del genere umano. Benché risalga al 1832, “Della guerra” sembra scritto per l’epoca in cui viviamo, quella dei conflitti globali, degli scontri ideologici ed economici
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Il modo migliore per essere certi di vincere una guerra è assicurarsi la vittoria ancora prima di iniziare a combattere: questo è il principio fondante dell’Arte della guerra, con ogni probabilità il più antico manuale strategico della storia (VI secolo a.C.). Un obiettivo raggiungibile studiando i punti di forza e di debolezza dell’avversario, mantenendo la consapevolezza dei propri limiti ma anche la fiducia nella propria forza, sorprendendo continuamente il nemico. E, prima di ogni altra cosa, controllando le informazioni, perché grazie alla conoscenza il destino della battaglia può davvero essere scritto prima che lo scontro cominci. L’essenzialità del messaggio e l’efficacia del magistero di Sun Tzu hanno fatto dell’Arte della guerra un testo di culto per chiunque voglia raggiungere un obiettivo nella vita o nel lavoro, dal manager al generale, dallo sportivo all’artista.
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