Luigi Rigazzi, (1944), Scrittore, Redattore della Rivista QOL,collaboratore della Libertà (RE).
Ha pubblicato:
Breve Storia del conflitto
arabo-israelo-palestinese
dalla fine del XIX Secolo al 1948
di Luigi Rigazzi
La diaspora degli Ebrei
Israele era già Stato dal X secolo a.e.v., piccolo e soggetto all’influenza delle grandi potenze del momento come l’Egitto o Babilonia. La sua storia antica si concluse sotto l’impero Romano,dopo aver combattuto tre guerre passate alla storia come guerre giudaiche:
Dopo la sconfitta a Bethardi Simon Bar Kokhba / Figlio della stella, il condottiero degli Ebrei nella terza guerra giudaica,
Monete coniate sotto Bar Kokhba
Gli ebrei alla fine del XIX secolo
Le comunità ebraiche alla fine del XIX secolo erano presenti in tutta Europa, nei paesi del bacino del Mediterraneo, nei Balcani e nell’impero Russo. La loro situazione, dopo oltre millesettecento anni di persecuzioni e di pogrom perpetrati contro di loro in tutta Europa, erano precarie. Ecco i più importanti pogrom in Europa di cui si ha memoria:
I pogrom continuarono nell’impero russo e in tutta Europa sino a metà del XX secolo.
L’antisemitismo serpeggiava in tutti i paesi europei, in Francia il caso più clamoroso fu l’Affare Dreyfus.
L’affare Dreyfus
Pagina dell’Aurore
Il Sionismo
Il termine sionismo è stato motivato dalla collina di Gerusalemme che si chiama Sion o Sionne, e utilizzato per indicare il movimento politico moderno che ha cercato di dare una identità e una coscienza a tutti gli ebrei della diaspora. Il fondatore del sionismo è stato Theodor Herzl,giornalista ebreo di origine ungherese, naturalizzato austriaco. Herzl segue il caso Dreyfus come corrispondente del suo giornale, e si reca a Parigi per seguire da vicino la vicenda. Il giornalista prese coscienza che, dopo circa duemila anni, per gli ebrei non era possibile un’assimilazione e un’integrazione completa con le popolazioni presso cui vivevano, perciò bisognava iniziare a pensare seriamente ad uno Stato dove poter far vivere in pace e lontano dalle persecuzioni tutti gli Ebrei della diaspora.. Herzl analizzò la situazione dell’impero austro-ungarico, che riuniva molte nazioni le quali avevano tutte la loro rappresentanza presso il parlamento di Vienna, gli unici senza patria erano gli ebrei e non avevano nessun rappresentante. L’avvocato austriaco sviluppò l’idea dello Der Judenstaat / Lo Stato degli Ebrei e nel 1896 pubblicò la sua idea in un volumetto che ebbe da subito un enorme successo e fu tradotto e pubblicato in diverse lingue. Herzl, incoraggiato da tale successo, organizzò a Basilea dal 29 al 31 agosto del 1897 il primo Congresso Sionista Mondiale. Herzl riuscì a far approvare dal Congresso le tesi del suo lavoro Der Judenstaat e cioè la creazione di uno stato ebraico che si sarebbe dovuto attuare attraverso diverse fasi:
A Basilea ho fondato lo Stato ebraico.
Forse tra cinque o, al più tardi,
cinquant’anni ognuno se ne renderà conto
Già prima che Herzl divulgasse le sue idee, il movimento migratorio ebraico verso la Palestina e altri paesi del mondo era in atto, a causa dei feroci pogrom che si erano perpetrati in Russia. Secondo stime molto attendibili, dal 1880 al 1929 dalla Russia emigrarono circa tre milioni di ebrei, di cui soltanto quarantacinquemila arrivarono in Palestina. I flussi migratori verso la Palestina erano iniziati già verso gli anni ’20 dell’Ottocento. Ad Hebron esisteva già una comunità ashkenazita di Lubavitch, e già dal 1831 a Safed poi a Gerusalemme si stampava un giornale in lingua ebraica. Fu con questi primi insediamenti che cominciò ad affermarsi la convinzione che gli ebrei erano un popolo e avrebbero dovuto avere una patria. Sono i germi del futuro pensiero sionista laico. Certamente Alfred Herzl, con la sua visione profetica, ha cambiato la storia degli ebrei europei, e rimarrà per sempre uno dei più significativi simboli della rinascita dello stato d’Israele.
Prima che Herzl promulgasse la sua visione del Judenstaat, si era assistito a quello che gli storici hanno chiamato: proto-sionismo.
Il proto-sionismo nasce nel 1860 con la fondazione dell’Alleanza Israelitica Universale, guidata da subito sino al 1880, anno della sua morte da Adolphe Crémieux, e della successiva costruzione nel 1861 a Gerusalemme di un sobborgo ebraico finanziato dal filantropo Sir Moses Montefiore.L’idea di uno stato ebraico ha avuto inoltre molti altri padri.
Nel luglio del 1882 quattordici studenti universitari di Charkiv, una cittadina ucraina, fondarono il gruppo Bilu, acronimo derivato da un versetto della Bibbia dal Libro di Isaia (2,5): Beit Ya’akov Lekhu Ve-nelkha / casa di Giacobbe, vieni, camminiamo (nella luce del Signore). Recatisi in Palestina, allora facente parte dell’Impero Ottomano, assieme ad un altro grippo fondarono Rishon Le Zion / La Prima di Sion, una cooperativa agricola, con l’ideale di liberare tutta la Terra d’Israele /Eretz Yisrael.
Il mandato britannico della Palestina
Il nodo di svolta al conflitto israelo-palestinese è il 1917, con La dichiarazione di Balfour, fatta da Lord Arthur J. Balfour,con una lettera inviata il 2 novembre 1917 a Lord Lionel W. Rothschild, Presidente della Fondazione sionista. Nella lettera di Balfour si dichiarava l’approvazione da parte del Re d’Inghilterra della costituzione di un focolare nazionale per il popolo ebraico. La dichiarazione di Balfour fa parte della politica ambigua e spregiudicata che la Gran Bretagna ha portato avanti sin da prima della Conferenza di pace di Parigi del 18 gennaio 1919, perché assegnava un territorio che giuridicamente non era un suo possedimento a diversi soggetti. Infatti nel frattempo la Gran Bretagna aveva fatto promesse agli arabi, come si evince dal carteggio intercorso durante la Prima Guerra Mondiale fra Al-Husayn ibn Ali Sceriffo della Mecca e l’Alto Commissario britannico al Cairo Henry MacMahon, lettere che trattavano del futuro assetto politico dei territori arabi che si trovavano al momento sotto il dominio dell’Impero Ottomano. La politica ambigua del governo britannico aveva proseguito anche con l’accordo Sykes-Picot, accordo segreto tra i governi Inglese e Francese, dove venivano decise le varie sfere d’influenza nel Medio Oriente al termine della Prima Guerra Mondiale, dopo il disfacimento dell’Impero Ottomano. I negoziati si protrassero dal novembre del 1915 al marzo del 1916.
Come abbiamo visto, l’Inghilterra si era impegnata su tre fronti:
Inoltre il 3 gennaio 1919 verrà stipulato l’accordo segreto tra l’Emiro Faysal figlio di Husayn ibn Ali Sceriffo della Mecca con Chaim Weizmann(Capo dell’Organizzazione Sionista), accordo che escludeva la Palestina dal futuro stato arabo,accordo stipulato quindici giorni prima che si aprisse la Conferenza di Pace di Parigi.
La Conferenza di pace di Parigi
Alla fine della Prima Guerra Mondiale a Parigi, dal 18 gennaio del 1919 al 21 gennaio 1920, si svolse la Conferenza della pace tra le nazioni vincitrici e le Potenze uscite sconfitte dal conflitto. Vi parteciparono 27 delegazioni di 27 nazioni.
Mappa dell’Europa dopo la Prima Guerra Mondiale
conflitto. Durante la Conferenza della Pace di Parigi il 28 giugno del 1919 fu fondata la Società delle Nazioni , a cui fu demandato il compito di risolvere la questione dei paesi arabi. Non sapendo come affrontare il problema, escogitarono l’idea dei mandati, e vennero incaricate la Francia e l’Inghilterra di decidere dell’amministrazione di detti territori. Ma già la Francia e l’Inghilterra avevano deciso tutto. La Francia avrebbe amministrato la Cilicia, la costa siriana e libanese sino ad Akko. La Gran Bretagna avrebbe amministrato la Mesopotamia meridionale compresa Bagdad, il Distretto di Bassora, e in Palestina i porti di Akko e Haifa. Gerusalemme, Betlemme, Nazaret e il lago di Galilea sarebbero diventate zone internazionalizzate. Fu l’inizio della catastrofe, perché i buoni propositi della dichiarazione di Balfour furono completamente disattesi e del focolare ebraico si persero le tracce, mentre agli arabi fu concessa la costituzione dello Stato arabo-palestinese della Transgiordania.
Il Medio Oriente dopo la Prima Guerra Mondiale
Ribellioni arabe 1920 – 1939
Gli scontri con morti e feriti fra le due comunità erano già iniziati nel 1920 e furono portati alle vecchie comunità ebraiche che risiedevano in Palestina da diverse centinaia di anni. Tra maggio e giugno del 1920, la comunità ebraica in Palestina organizza a scopi difensivi l’Haganah,dopo che fu sciolta la precedente formazione, l’HashomerL’organizzatore principale delle rivolte fu Muhammad Haj Amin el-Husseini,che per ironia della sorte l’8 maggio del 1921 fu nominato Gran Mufli (Primo Magistrato) di Gerusalemme proprio dall’Alto Commissario britannico,l’ebreo Sir Herbert Samuel. El- Husseini fu eletto anche contro il parere dei musulmani di Gerusalemme. Dal 23 al 29 agosto del 1929, si registrò una delle più cruente rivolte arabe contro la comunità ebraica in Palestina, rivolta innescata per discussioni inerenti l’accesso al Muro Occidentale oMuro del Pianto, in ebraico Kotel. Il muro era sacro sia ai musulmani, perché presso di esso Maometto aveva legato il suo cavallo quando era venuto a Gerusalemme, sia agli ebrei perché fa parte del Tempio di Gerusalemme distrutto dai romani. Il 14 agosto 1929 seimila ebrei manifestarono sfilando per le strade di Tel Aviv, e la sera ben tremila ebrei si recarono a pregare al Muro del Pianto. La risposta dei musulmani non si fece attendere e il 16 agosto 1929 questi si recarono in corteo al Muro del Pianto e bruciarono i libri di preghiera degli ebrei. L’Alto Commissariato britannico, pensò di non intervenire, dando adito alla sommossa ebraica del 17 agosto 1929 nel quartiere ebraico di Bukkarian quel giorno morì un ebreo. Il funerale celebrato l’indomani 20 agosto, fu il pretesto di una grande dimostrazione ebraica contro la popolazione araba. Tra il 23 e il 24 agosto arrivò la risposta degli arabi, che si rovesciarono per le strade di Gerusalemme e causarono la morte di diciassette ebrei. Il massacro più grosso fu perpetrato a Hebron dove furono uccise circa settanta persone.
In sette giorni di scontri si contarono alla fine sul campo:
L’alto Commissariato questa volta intervenne, nominò la Commissione Shaw, affidata a Sir Walter Sidney Shaw,la commissione lavorò dal 1929 al 1930, condannò gli attacchi arabi e concluse la relazione dove troviamo scritto: […] senza la quale, secondo noi, i disordini non si sarebbero verificati o non sarebbe stata poco più di una rivolta locale, è il sentimento arabo di ostilità e ostilità nei confronti degli ebrei conseguente la delusione delle loro aspirazioni politiche e nazionali e la paura per il loro futuro economico
Nel frattempo, sempre nell’agosto del 1929, fu istituita la Commissione Hope Simpson, affidata a Sir John Hope Simpson,per occuparsi della questione dell’immigrazione. Redasse il famoso Secondo Libro bianco della Palestina, dove veniva raccomandato di limitare l’immigrazione ebraica verso la Palestina, e chiedeva esplicitamente di curare di più i rapporti con gli arabi e di favorirli nell’inserimento lavorativo anche presso le imprese ebraiche. La reazione delle comunità ebraicheinternazionali fu violenta. Dopo l’ascesa al potere nel 1933 in Germania di Hitler, nel 1934 con la quinta aliah raggiungono la Palestina oltre un migliaio di ebrei tedeschi. Vediamo ora l’immigrazione ebraica di queglianni con gli occhi di un palestinese, Ghassan Kanafani, portavoce del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina che in un suo saggio dal titolo: La rivolta in Palestina del 1936 – 39, pubblicato in inglese a New York nel 1972 a riguardo delle immigrazioni ebraiche in Palestina e del
Ghassan Kanafani
“Spingeremo i sionisti in mare o ci spingeranno nel deserto”
Questa animosità e desiderio di dominio era legittimo dal ristretto punto di vista degli interessi nazionalisti, anche se è da notare che gli arabi della Palestina non avevano mai avuto il controllo politico della Palestina in tutta la storia. Originariamente questa era una provincia del califfato arabo e in seguito una provincia degli imperi turchi mamelucchi e ottomani.
A seguito della rivolta araba del 1939, il 17 maggio 1939 viene pubblicato il Libro Bianco Malcon MacDonald, (Segretario alle Colonie), allo scopodi calmare gli arabi con il limitare la vendita di terreni agli ebrei. Infattiviene detto esplicitamente: Tenuto conto della crescita naturale della popolazione araba e l’importanza delle vendite di terre arabe agli ebrei, in certi punti non resta più abbastanza posto per nuovi trasferimenti di terre arabe, mentre in altri punti questi trasferimenti devono essere limitati perché i coltivatori arabi possano mantenere il loro livello attuale di vita e non sia creata nelle vicinanze una corposa popolazione araba senza terre. In queste circostanze, l’Alto Commissario riceverà tutti i poteri per proibire e regolamentare i trasferimenti di terre.
I pieni poteri vengono trasferiti all’alto Commissariato, che provvederà a regolamentare la compravendita di terreni da parte degli ebrei. Il documento definiva anche le zone della Palestina dove non si poteva acquistare:
Inoltre stabiliva dove si potessero acquistare dopo speciale autorizzazione:
Le vendite erano libere:
Il Libro regolamentava anche il numero degli ebrei che avrebbero potuto entrare un Palestina:
Il documento inoltre affermava che: Il governo di Sua Maestà [Britannica] dichiara oggi senza equivoco che non è assolutamente nelle sue intenzioni trasformare la Palestina in uno Stato ebraico» «Il governo di Sua Maestà [ha il] desiderio […] di vedere stabilito infine uno Stato indipendente della Palestina» «Se, al termine di dieci anni, si constati che l’indipendenza debba essere aggiornata, il governo britannico consulterà gli abitanti della Palestina, il Consiglio della Società delle Nazioni» «Lo stato indipendente dovrà garantire una condivisione del governo tra Arabi ed Ebrei tale che siano salvaguardati gli interessi essenziali di entrambe le comunità. Il Libro Bianco Malcom MacDonald, scatenerà l’ira degli ebrei infatti David Ben Gurion,dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondialedichiarò: aiuteremo i britannici nella guerra come se non ci fosse il Libro Bianco e lotteremo contro il Libro Bianco come se non ci fosse la guerra.
L’immigrazione araba verso la Palestina dal 1936 al 1945 è stata di 100.000 persone, ma già vi erano arrivate dalla fine del IXX secolo al 1935 oltre 200.000 persone, invece l’immigrazione ebraica in Palestina dal 1882 al 1948 fu di 430.000 persone. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale vide gli ebrei di Palestina schierati con le truppe Alleate. Fu costituita una Brigata ebraica / Chativah Yehudith Lochemeth / Forza di combattimento ebraica, arruolamento voluto da Winston Churchill, ne facevano parte ebrei della Palestina, ebrei provenienti dai territori dell’Impero Britannico, ebrei polacchi e russi. A comandare la Brigata fu nominato il Brigadiere Generale Ernest Frank Benjamin. La brigata combattè con la VIII armata inglese sui fronti africani e in Italia.
La fine della Seconda Guerra Mondiale svelò al mondo una delle più grandi tragedie che l’umanità avesse conosciuto, la SHOAH, che aveva causato la morte di oltre 6.000.000 di ebrei europei. Il mondo inizia a prendere coscienza che esiste un problema ebraico.
Il kibbutz
Un ruolo fondamentale fu svolto dai primi pionieri che avevano capito che per avere un focolare proprio dovevano sviluppare l’idea di colonizzare la terra, garantirne il possesso, coltivarla e difenderla con una vigilanza assidua, educare tutti i membri al lavoro comune e alle scelte comunitarie del gruppo. Questi principi produssero il modello della homà umigdal / la torre e la palizzata. Era nata l’idea del kibbutz, cioè una forma associativa volontaria di tutti i lavoratori che lo abitano. Il kibbutznik lavora e in cambio non riceve denaro, ma tutto ciò che gli serve per vivere. Questa forma di associazionismo risale sin dalla fondazione del primo kibbutzDegania Alef, avvenuta nel 1909, sulle rive del lago Tiberiade, allora sotto il governo dell’Impero Ottomano. La terra era stata acquistata da una famiglia persiana che risiedeva a Beirut. I kibbutznik, con il loro lavoro e con il loro addestramento militare, sono stati tra i più importanti artefici della fondazione dello Stato d’Israele.
Lega araba
Il 22 marzo del 1945 con il Protocollo di Alessandria, viene costituita con sede a Il Cairo la Lega araba/ Jāmiʿat al-Duwal al-ʿArabiyya, una organizzazione internazionale politica a cui aderiscono paesi del Nord Africa, del Corno d’africa e della penisola arabica. I primi stati membri che aderirono furono:
Il Protocollo di Alessandria prese in esame anche la questione ebraica in Palestina, e pur riconoscendo le sofferenze e gli orrori che il popolo ebraico aveva patito sotto il nazismo, non riconosceva le pretese sioniste della fondazione di uno stato ebraico in Palestina. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, a Basilea si svolse il XXII Congresso Sionista, Al Congresso erano presenti delegati di ebrei palestinesi guidati da David Ben Gurion, delegati americani guidati dal rabbino Abba Hillel Silver,mentre erano assenti delegati delle comunità ebraiche dell’Est europeo, perché completamente cancellate dalla Shoah. Ben Gurion chiese all’assemblea l’autorizzazione a proseguire la lotta contro i britannici. L’assemblea votò a favore di questa risoluzione. Da questo momento lo scontro tra ebrei e britannici si trasformò in scontro militare. Il fatto più eclatante che sconvolse anche le componenti ebraiche presenti in Palestina, fu l’attentato all’Hotel King David di Gerusalemme del 22 luglio 1946, che causò la morte di 25 persone. L’attentato fu realizzato da uomini dell’Irgun e della Banda Stern, doveva prendere parte all’attentato anche l’Haganà, ma per l’intervento di Chaim Weizmann non partecipò all’attentato. Secondo altre fonti vi partecipò.
Il terrorismo ebraico in Palestina – 1945 – 1948
Per gli arabi della Palestina il ricorso agli atti di terrorismo era volto a fermare l’ondata di arrivo di ebrei, perché considerata come una invasione straniera. Gli ebrei di Palestina effettuarono un ricorso al terrorismo più sistematico e più organizzato, perché portato avanti da organizzazioni militari, come l’Haganah e il Palmach e paramilitari come la Banda Sterne l’Irgun. Secondo fonti dell’Irgun, dal 1936 al 1939 gli arabi causarono la morte di circa 320 ebrei, le rappresaglie portate a termine dall’Irgun nello stesso periodo causarono la morte di 250 arabi e di diversi militari britannici. Una delle più eclatante azioni compiute dai quattro battaglioni del Palmach fu la distruzione in contemporanea di 11 ponti la notte del 17 giugno 1946, azione che è passata alla storia come La Notte dei Ponti, in cui i commandos ebrei distrussero tutti i ponti che collegavano la Palestina alla Transgiordania, alla Siria, al Libano e al Sinai. Il 13 aprile del 1948 gli arabi sferrarono un attacco all’Hadassah Hospital sul Monte Scopus, vennero uccisi 78 ebrei. Il 12 maggio1948, gli arabi assalirono il kibbutz religioso di Kfar Etzion sulla strada che univa Gerusalemme a Hebron,uccidendo circa 129 persone.
Operazione Nahshon
Villaggi conquistati durante l’Operazione Nahshon
Deyr Yassin, un villaggio sulle alture vicino Gerusalemme, che contava circa seicento abitanti, si trovò coinvolto nella battaglia che è passata alla storia come Operazione Nahshon, in ebraico Miytza Nahshon, in arabo Ma’rakat al-Qastal. E’ stata un’operazione militare che si è svolta durante la Guerra d’indipendenza combattuta dagli ebrei quando stava per nascere lo Stato d’Israele. Scopo dell’operazione era quello di liberare la strada che da Tel Aviv saliva a Gerusalemme, ciò comportava l’occupazione militare di tutti i villaggi della zona, come previsto dal Piano Dalet per rompere l’assedio di Gerusalemme, onde far arrivare i rifornimenti nella parte est della città. Il comando ebraico voleva accelerare i tempi prima che le Nazioni Unite deliberassero la spartizione della Palestina in due stati, avendo la paura e la certezza che gli stati arabi confinanti avrebbero sferrato l’attacco decisivo subito dopo. Il piano prevedeva l’occupazione e l’espulsione fuori dai confini d’Israele di tutti gli abitanti dei villaggi Il piano prevedeva che, qualora gli abitanti dei villaggi non si fossero opposti, potessero rimanere sotto il governo militare ebraico. L’attacco al villaggio di Deir Yassin fu sferrato da centoventi uomini dell’Irgun e della Brigata Stern, causò la morte di centodiciassette arabi, quattro feriti e la morte di quattro militari ebrei. La strage venne condannata dall’Agenzia ebraica, il Gran rabbino di Gerusalemme maledisse gli autori, Ben Gurion espresse la sua riprovazione all’emiro Abdullah di Transgiordania.
La legione araba
Consegna della Bandiera di Guerra al Centro Militare “A
a destra si intravede il Gran Mufti di Gerusalemme
Guerra civile del 1947 – 1948 in Palestina
e nascita dello Stato d’Israele
Il 18 febbraio del 1947 il Governo Inglese annuncia che si ritirerà dalla Palestina, rinunciando al Mandato. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella seduta del 29 novembre 1947 delibera il Piano di spartizione della Palestina, senza il voto favorevole dell’Inghilterra e della Lega Araba, con 33 voti a favore, 13 contrari, 10 astenuti. Il 14 maggio del 1948 l’esercito britannico ammaina per l’ultima volta la Union Jack e lascia Gerusalemme. David Ben Gurion, responsabile del Movimento Sionista,proclama la nascita dello Stato d’Israele. Il 15 maggio 1948, gli Stati arabi di Egitto, Giordania, Siria, Libano e Irak invadono Israele, è iniziata la prima guerra arabo-israeliana
Breve bibliografia
ASTI – 1 – 2 DICEMBRE 2018
Polo Uni Astiss “Rita Levi-Montalcini” e Fondazione Biblioteca Astense “Giorgio Faletti”
CONVEGNO
IN RICORDO DI PAOLO DE BENEDETTI (1927/2016)
NARRARE: LA PAROLA SCRITTA E ORALE
Aderiscono
Societa’ di studi astensi
Ethica
Istituto per la storia della resistenza e della societa’ contemporanea di asti
Con il patrocinio di
Info: ceprosasti@libero.it / tel. 345.4136886
Programma di sabato 1 dicembre 2018, Polo Uni-Astiss “Rita Levi-Montalcini” Corso Alfieri, Area De Andrè – Asti
Ore 15,00 Moderatore
Luigi Rigazzi – Redazione di QOL
Ore 15, 10 Saluti
Maurizio Scordino – Direttore CEPROS-ONLUS ASTI
Mario Sacco – Presidente del Polo Uni-Astiss “Rita Levi-Montalcini”
Roberta Bellesini – Presidente Fondazione Biblioteca Astense “Giorgio Faletti”
Marco Prastaro – Vescovo di Asti
Maurizio Rasero – Sindaco di Asti
Gianfranco Imerito – Assessore alla Cultura e all’Università del Comune di Asti
Pippo Sacco – Presidente della Società di Studi Astensi
Agnese Cini – Presidente di Biblia
Maria De Benedetti – Presidente del Cepros Asti-Onlus
Ore 16,30 Interventi
Paolo De Benedetti e la sua città Asti
Maria Luisa Giribaldi – Storica
Personalità e famiglie ebraiche di Asti
Donatella Gnetti – Direttore della Biblioteca Astense
Cultura ed editoria astigiana nella seconda metà dell’800
Nicoletta Fasano – Ricercatrice Israt – Vice Presidente Cepros Asti-Onlus
Le pubblicazioni periodiche astigiane nel dopoguerra (anni ’60 / ’70)
Ore 17,15 Pausa
Ore 17,30 Interventi
Paolo De Benedetti Maestro di Editoria
Piero Gelli – Direttore Editoriale – Critico letterario
Paolo De Benedetti, una disarmante impazienza
Giovanni Menestrina – Consulente Editoriale Trento –
Paolo De Benedetti e la traduzione
Laura Novati – Saggista – Consulente Editoriale –
L’albero della conoscenza di PDB
Michela Bianchi – Giornalista – Ricercatrice MC Editrice –
PDB e lo spirito della parola
Daniel Vogelmann – Fondatore Casa Editrice Giuntina – Firenze
Paolo De Benedetti e il lavoro editoriale.
David Bidussa – Storico Sociale delle idee, Responsabile editoriale
Fondazione “ Giangiacomo Feltrinelli”
Ore 19,00 Termine lavori
Programma di Domenica 2 dicembre 2018 – Fondazione Biblioteca Astense “Giorgio Faletti” Via Goltieri – Asti
Ore 9,00 Moderatore
Ilario Bertoletti – Direttore Editoriale Morcelliana – ELS La Scuola
Ore 9,10 Saluti
Donatella Gnetti – Direttore della Biblioteca Astense
Elsa Saibene – Direttore di SEFER
Ore 9,30 Introduzione
Roberto Gatti – Docente di Filosofia e Storia
Paolo De Benedetti e la filosofia ebraica. A partire da Qohelet
Ezio Claudio Pia – Dottore di Ricerca di Storia Medievale
“Unire lo studio dei morti a quello di viventi”: Paolo De Benedetti, la storia ebraica e il senso della storia.
Ore 10,00 Interventi
Bruno Segre – Ricercatore Operatore Culturale Indipendente
Il Dio imperfetto di Paolo De Benedetti
Massimo Giuliani – Docente del pensiero ebraico – Redazione di SEFER
La “maestria” di PDB
Rav Alberto Somekh – Rabbino di Torino
Paolo De Benedetti e l’Ebraismo astigiano
Ore 11,00 Pausa
Ore 11,30 Interventi
Silvia Giacomoni – Giornalista, Scrittrice
Un amore
Brunetto Salvarani – Direttore di QOL
La teologia narrativa di PDB
Tiziano Rossi – Poeta –
PDB il Saggio
Piero Capelli – Ebraista Università di Venezia
La collera di Dio secondo Paolo De Benedetti. Un commento al capitolo III di Quale Dio?”
Gianpaolo Anderlini – Redazione di QOL
“Purché tenga” Il Tiqqun ‘olàm di uomini, animali (e fili d’erba)
Ore 13,00 Conclusioni
Francesco Scalfari – Direttore Polo UNI-Astiss “Rita Levi-Montalcini”
Maurizio Scordino – Direttore Cepros Asti – Onlus
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