A cento anni dall’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale, una mostra  a Carrara Show, dal 30 maggio al 2 giugno 2015 ha approfondito un aspetto specifico del vasto rapporto che il fumetto italiano ha intrattenuto con quegli anni, al centro di opere memorabili che vanno da classici come Corto Maltese a numerosi graphic novel recenti.

carrara show

La mostra “Fumetti in trincea”, presenta infatti dieci opere chiave del fumetto italiano, dagli anni Settanta agli anni Duemila, offrendo una buona occasione per (ri)scoprire quanto quel conflitto abbia segnato – e continui a segnare – l’immaginario di alcuni tra i maggiori autori del nostro paese.

L’esposizione antologica, a cura di WOW Spazio Fumetto, mette al centro dieci opere, realizzate da dieci autori differenti, che hanno sottolineato ciascuna un aspetto specifico del conflitto. Composta interamente di tavole originali, la retrospettiva sarà idealmente divisa in due sezioni. Da una parte le storie ambientate tra trincee e casematte, che in diversi aspetti affondano le radici nell’ampio bacino del fumetto d’avventura; dall’altra le opere vicine alla tradizione editoriale del romanzo a fumetti, che concentrano l’attenzione più sugli uomini che sull’azione, arrivando a sfiorare toni quasi lirici. Le passiamo brevemente in rassegna, presentandovi anche una tavola per ciascuna opera, scelte fra gli oltre 60 disegni originali che saranno esposti – alcuni per la prima volta – a Carrara.

Le 10 opere (e i 10 autori)

micheluzzi

Ad aprire la rassegna sarà Petra Chérie, l’aviatrice creata nel 1977 da Attilio Micheluzzi per Il Giornalino, le cui vicende sono ambientate sui campi di battaglia del 1917, che lei sorvola con il suo biplano. Petra, nelle intenzioni dell’autore, avrebbe dovuto in origine essere un uomo, Rupert de Karlowitz. Micheluzzi ci ripensò, creando un’eroina bella, elegante, poliglotta, indipendente, in anticipo sui propri tempi –persino al di là del contesto bellico.

Leomacs

Roberto Recchioni e Massimiliano ‘Leomacs’ Leonardo, sono i creatori del vampiro siciliano Pietro Battaglia, attraverso le cui imprese ripercorrono la storia d’Italia. In Le guerre di Pietro lo troviamo ancora umano nel bel mezzo di un evento decisivo – la battaglia di Caporetto – mentre al grido di “Savoia!” si getta sulle linee austriache, dove troverà la morte. Ebbro di sangue, il soldato rifiuterà però l’abbraccio della morte e verrà punito da un destino paradossale, diventando un non morto.

Cossi

La diserzione e la vanità della guerra sono invece i temi cardine di 1914. Io mi rifiuto! di Paolo Cossi. Il protagonista è un giovane soldato trentino, arruolato nell’esercito austro-ungarico e mandato sul fronte in Galizia che, nelle lettere di sua moglie e nei disegni che tratteggia mentre è rannicchiato in trincea, mantiene vivo il ricordo della sua casa e della sua valle. Un’opera il cui obiettivo è anche raccontare la situazione degli abitanti di una zona specifica – le valli trentine – negli anni di guerra, presi tra le linee italiane e quelle austriache, e spesso additati come traditori da entrambi gli schieramenti.

Gerasi

Il duo Giovanni Gualdoni e Sergio Gerasi sarà presente con il clima horror da loro raccontato in L’ultima trincea, albo numero 21 della collana Le Storie di Sergio Bonelli Editore, che a più riprese ha pubblicato fumetti ambientati durante le due guerre mondiali. In questa storia d’atmosfera, una pattuglia britannica si inoltra in esplorazione nelle fortificazioni tedesche, trovandovi soltanto cadaveri. Nel frattempo, un’ombra si aggira per le trincee, ed elimina uno a uno i soldati inglesi.

Enoch

Un altro essere sovraumano, convocato sul fronte italiano dall’immaginazione di un fumettista, è Lilith, l’eroina di Luca Enoch che viaggia nel tempo per sradicare l’invasione del parassita alieno Triacanto (destinato in un remoto futuro a porre fine alla civiltà umana). Per Lilith gli uomini che incontra non sono che ombre, immagini vuote di un tempo ormai passato. Non dovrebbe provare rimorsi a togliere loro la vita eppure, inevitabilmente, le vicende umane la muovono a pietà. E in questo caso c’è di mezzo il soldato Ortis, condannato alla fucilazione per diserzione, alla vigilia della terribile disfatta di Caporetto.

Scarpa

 

La figura del soldato, e il disegno ‘puro’, sono i due ingredienti centrali del fumetto di Laura Scarpa The war painter, nato originariamente per il magazine fumettistico online Aces Weekly. Albert è un soldato austriaco che ha il compito di ritrarre gli scenari del conflitto e i soldati abbellendoli, quasi a cancellare le brutture che la guerra ha lasciato sui loro corpi. Ma che senso ha ritrarre la vita nel momento in cui tutto intorno continua a spegnersi?

Visintin

Dall’altra parte del fronte sono invece i soldati protagonisti di Natale nero di Fabio Visintin, vincitore del Premio Micheluzzi per la Migliore Storia Breve a Napoli Comicon 2015. Il Natale degli uomini cui tocca vivere le Feste in trincea, è dipinto qui nel suo tragico quotidiano, e nella convivenza continua tra vita e morte, difficile da tollerare, ma a cui ormai sono tutti abituati.

Fior

Manuele Fior è presente in mostra con una storia di sole quattro tavole tratta dall’antologia Vies tranchées – Les Soldats Fous de la Grande Guerre (Vite spezzate – I soldati pazzi della Grande Guerra), pubblicata dall’editore francese Delcourt e dedicata alle conseguenze psicologiche della guerra sui soldati. Un lavoro breve ma intenso, che narra la tragica traiettoria del giovane Gabriel C., che tenta il suicidio in guerra, e finirà ricoverato in un manicomio.

Gipi

Unastoria di Gipi, graphic novel tra i più lodati dalla critica negli ultimi anni (e selezionato nel 2014 al Premio Strega, primo fumetto a essere incluso nei 12 ‘semifinalisti’), racconta la storia di Silvano Landi e, in parallelo, del suo antenato Mario, soldato nella Grande Guerra. Mentre Silvano perde pian piano l’attaccamento alla vita e scivola nell’apatia e nella follia, il romanzo segue la missione suicida di Mario, disposto a compiere le azioni più dure, fino a togliere la vita a un compagno, pur di restare aggrappato alla vita e tornare, finalmente, a casa.

toppi

Chiude la rassegna la storia breve Come un orso inferocito di Sergio Toppi, presentata nella sua interezza. Le tavole dell’autore milanese, inconfondibili per stile di disegno e taglio della regia, risuonano dei versi di Giuseppe Ungaretti: Dormiveglia o Pellegrinaggio. Le poesie contenute nell’Allegria accompagnano le piccole e tragiche vicende dei soldati di Toppi, ideali compagni del poeta, e icone da rimirare per la loro grazia, sottolineata – nonostante tutto – dal magistrale sguardo da ‘incisore’ del fumettista milanese.

 

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La Grande Guerra a fumetti, disegnata dalla matita di Dylan Dog

L’opera dell’astigiano Piccatto col Corpo degli alpini

Una storia italiana

«Da Caporetto alla vittoria, storia di un alpino» è diventato un libro di 80 pagine, scritto da Walter Riccio con tavole di Giulia Massaglia e Luigi Piccatto, astigiano, grande firma di «Dylan Dog». «Abbiamo cercato di raccontare la disumanità della guerra senza retorica, con un linguaggio che consente di far capire meglio ai ragazzi che cosa fecero giovani come loro, un secolo fa, per difendere la Patria, semplicemente per spirito di dovere» spiega Piccatto, 62 anni, astigiano doc (è di Castagnole Lanze). E aggiunge: «Abbiamo beneficiato della consulenza di uno storico illustre come Aldo A. Mola. Poi siamo partiti in perfetta autonomia, senza censure o preclusioni».

Il volume, dato alle stampe durante l’ultima Adunata nazionale delle «penne nere» ad Asti, a maggio e ideato in collaborazione con l’Ana (Associazione nazionale alpini), è stato «adottato» dallo Stato maggiore Difesa, guidato dal generale Claudio Graziano, il «primo militare d’Italia», alpino tutto d’un pezzo, anch’egli astigiano doc. Rivela Piccatto: «Una storia che è piaciuta anche al ministro Roberta Pinotti. Stiamo lavorando adesso a un progetto più ampio, per raccontare altre vicende patrie ricostruite grazie alle tavole del fumetto».

 

 

Lanciata il 1° luglio del 1916, la Battaglia della Somme è passata alla storia come il simbolo della follia della Prima guerra mondiale: solo durante il primo giorno morirono quasi 20.000 soldati inglesi e ne rimasero feriti più di 40.000. In “La Grande Guerra”, Joe Sacco racconta gli eventi con “un’opera panoramica” dettagliata, che ritrae vividamente le imponenti posizioni di artiglieria dietro le trincee, la violenza e la disperazione delle decine di migliaia di soldati costretti alla ritirata o morti e seppelliti in massa. Stampato su carta di pregio, piegato a fisarmonica e confezionato in un elegante cofanetto, il libro è accompagnato da un fascicolo che riporta un saggio e una preziosa nota d’autore

 

Arruolati nello stesso reggimento di fanteria nell’ Agosto 1914, otto amici fi un villaggio francese scoprono l’orrore della guerra di trincea che oppone la Francia alla Germania. Dopo aver ricevuto il battesimo del fuoco nella sanguinosa battaglia della Marna, vengono dislocati nei pressi di Ypres, dove la guerra sembra conoscere una tregua. Scavando una galleria di collegamento, i soldati scopriranno una bombola contenente un letale gas di cloro: è il preludio all’uso su larga scala di armi chimiche, una scelta che segnò un nuovo livello di barbarie nella storia dell’umanità.

 

 

Luglio 1916, gli alleati anglo-francesi scatenano un’offensiva per sfondare le linee tedesche nei pressi del fiume Somme. Per quattro mesi i morti di entrambe gli schieramenti si accatastano sul terreno a causa del presante fuoco di artiglieria, mentre fa il debutto l’ultima invenzione bellica: il carro armato. I soldati vengono trattati come carne da macello da ufficiali sconsiderati, come nel caso del generale francese Nivelle nel 1917, nella seconsa battaglia dell’Aisne, che portò a un’ecatombe. Intanto, voci di rivolte popolari in Russia stimolano le diserzioni e le fucilazioni per insubordinazione, aumentano a dismisura. Solo l’amicizia permette a otto uomini partiti dallo stesso villaggio francese di non cedere alla follia della Grande Guerra, il primo grande conflitto mondiale.