È possibile ammirare il cielo stellato in una città dal grande inquinamento luminoso come Milano (alla pari di una vera metropoli contemporanea), senza per forza dover citare Dante? Ebbene sì, come sanno tutti gli astrofili meneghini, che da tempo immemore frequentano il Planetario di Milano, ufficialmente noto come Civico Planetario Ulrico Hoepli.
Inaugurata nel 1930, l’anno precedente la struttura del Planetario venne donata alla città di Milano dall’imprenditore ed editore Ulrico Hoepli, cui poi sarebbe stato dedicato l’edificio. All’epoca si trattava del secondo Planetario d’Italia dopo quello di Roma, edificato giusto un anno prima e che sarebbe stato chiuso nel giro di pochi anni. L’interesse per l’astronomia di Hoepli era sia personale che professionale, dato che la sua casa editrice pubblicava da anni i lavori dell’Osservatorio Astronomico di Brera, nonché numerosi libri di divulgazione.
Il progetto dell’edificio si deve all’architetto Piero Portaluppi, che scelse uno stile neoclassico: la scelta del terreno su cui edificare la struttura, offerto dal Comune di Milano, fu motivata dalla necessità di trovare un angolo appartato e insieme inserito nella vita sociale della città. I giardini pubblici di Porta Venezia furono quindi riconosciuti come la proverbiale quadratura del cerchio.
Nel primo periodo il Planetario godeva di un proiettore Zeiss modello II in grado di illuminare il rivestimento della cupola, dal diametro di 20 metri circa, con l’immagine del cielo stellato. La struttura dell’edificio segue una forma ottagonalein muratura continua, di forma alquanto severa e squadrata, che viene in parte stemperata dai marmi e le pietre naturali che fanno da rivestimento e dalle scie argentee di costellazioni che costituiscono le decorazioni interne.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Planetario riaprì nel 1949, ma solo nel 1956 vennero ultimati i lavori di ristrutturazione, che portarono alla sostituzione della tela per la proiezione con l’attuale rivestimento in pannelli metallici che anche oggi riecheggiano le silhouette degli edifici iconici di Milano. Contestualmente venne sostituito anche il modello proiettore Zeiss con uno più moderno, un modello IV.
Negli anni successivi l’attenzione del pubblico è salita o scemata a seconda della disponibilità culturale o economica: per esempio all’epoca dello sbarco dell’uomo sulla Luna le presenze raggiunsero una cifra record di 150mila all’anno. Negli anni successivo il Planetario, ormai saldamente il più grande, attivo e frequentato d’Italia, si è dotato di sistemi informatici all’avanguardia, con tanto di proiettore laser per gli effetti speciali.
Planetario Milano: gli eventi e la programmazione
Attualmente l’affluenza al Planetario è di circa 100mila persone all’anno, di cui due terza circa sono studenti. Il programma, che varia a seconda della stagionalità, comprende conferenze di vario tipo, sia pubbliche che scolastiche, incentrate su temi astronomici, proiezioni e manifestazioni speciali di carattere culturale.
La domenica e spesso anche il sabato il calendario è dedicato all’osservazione e alla descrizione dei differenti aspetti della volta stellata, e in particolar modo la domenica è spesso dedicata ai ragazzi. Gli approfondimenti sono invece riservati alle serate del martedì e del giovedì sera, quando vengono organizzati incontri con esperti, astrofisici, astronomi che approfondiscono argomenti di loro competenza. A scadenza irregolare sono invece portate avanti manifestazioni particolari che hanno come obiettivo quello di far dialogare diversi ambiti del sapere e della cultura, sempre con l’astronomia come elemento base.
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