Con questo esperimento dimostreremo il fenomeno dell’elettrolisi: un processo che consiste nello svolgimento di trasformazioni chimiche grazie all’apporto di energia elettrica; si ha quindi la conversione dell’energia elettrica in energia chimica.
Attrezzature necessarie
Sono necessari(Figura 1):
-un contenitore in vetro o ceramica
-2 piastre metalliche
-2 batterie al piombo 12 V (quelle di auto e moto)
-sale da cucina(cloruro di sodio NaCl)
-acqua distillata
-voltmetro e amperometro
-filo di rame
NOTA BENE: durante l’elettrolisi si sviluppa cloro allo stato gassoso, che è un gas irritante, quindi è opportuno svolgere questo esperimento all’aperto.
Prima prova (per avere un’idea generale)
Per iniziare 1) versiamo acqua del rubinetto nel contenitore, 2) fissiamo le piastre metalliche sul contenitore una come anodo e l’altra come catodo sul contenitore, 3) colleghiamo le due batterie in serie 4) colleghiamo l’amperometro in serie (alla fine si deve avere una situazione tipo quella della Figura 2a).
Il cloruro di sodio in acqua si dissocia in ioni Na+, che vanno verso il polo negativo e si verifica una reazione di riduzione(1), e ioni Cl–, che vanno verso il polo positivo e, qui invece, si verifica una reazione di ossidazione(2), a causa del passaggio della corrente.
(1)-Catodo Na+ + e→Na che si deposita sull’elettrodo
(2)-Anodo 2Cl– → Cl2 + 2e che si libera sotto forma gassosa.
Ribadiamo che, essendo Cl2 un gas irritante, è opportuno fare questo esperimento in un ambiente aperto.
Invece l’acqua al passaggio della corrente si scinde secondo questa equazione
2 H2O + 2 e→ 2 OH– + 2 H+
-Al catodo gli ioni idrogeno (H+) acquistano elettroni e ciò porta alla formazione di idrogeno allo stato gassoso 2 H+ + 2 e- → H2
– All’anodo, gli ioni idrossido (OH–) cedono elettroni:
4 OH– + 4 e- →2 H2O + O2 (ossigeno allo stato gassoso)
Si vede chiaramente nella Figura 2b che: al catodo (-) si formano bollicine di idrogeno, invece all’anodo(+) si formano bollicine che contengono ossigeno.
Si vede chiaramente nella Figura 2b che: al catodo (-) si formano bollicine di idrogeno, invece all’anodo(+) si formano bollicine che contengono ossigeno.
Nota: all’inizio fra le due lamine non passava corrente, ciò accadeva perche si era formato uno strato di ossido, allora si è provveduto a rimuoverne un po’ con della carta vetrata.
Seconda prova
Dopo aver sciacquato e asciugato il bicchiere versiamo dell’acqua demineralizzata all’interno del contenitore a circa 25 gradi (temperatura ambiente)
Ci assicuriamo che vi sia la tensione in V e vediamo che lo strumento misura 24V, quindi c’è differenza di potenziale (Figura 3a).
Successivamente misuriamo l’intensità di corrente in A e osserviamo che risulta 0 (Figura 3b). In realtà si verifica un passaggio di corrente ma è una quantità irrisoria.
Deduciamo quindi che l’acqua demineralizzata non conduce la corrente elettrica perché non avviene la reazione di riduzione (1) e di ossidazione(2) non essendoci sali disciolti in essa.
Terza prova
All’acqua demineralizzata aggiungiamo una punta di cucchiaino di sale da cucina (Figura 4a), lo mescoliamo per scioglierlo e misuriamo l’intesità di corrente che risulta aumentata (nel nostro caso è 0.93A, Figura 4b).
Quarta prova
All’acqua aggiungiamo altro sale, circa un cucchiaino (Figura 5a), mescoliamo e misuriamo di nuovo la corrente, che risulta incrementata rispetto a prima (nel nostro caso la corrente aumenta fino a 3A, Figura 5b).
Quinta prova
Scaldiamo l’acqua facendo avvenire l’elettrolisi, che produce calore, e a circa 35 gradi lo strumento indica una corrente di 4A (Figura 6).
Conclusioni
La corrente che passa tra anodo e catodo risulta maggiore con la maggiore
concentrazione del sale in acqua (fino al limite di saturazione) e con
l’aumento della temperatura del liquido.
Mirabile lavoro svolto da Marco Cavagnetto della classe III A con la supervisione del Decano ill.mo Prof. Paolo Baracani
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