I primi originali prototipi di battelli subacquei risalgono alla rivoluzione americana, ma è nel 1898 che l’ingegnere americano John Phillip Holland, con il suo
Holland VI, sviluppa il primo sommergibile funzionante (con tanto di tubo lanciasiluri), grazie alle possibilità offerte dai motori elettrici, le cui batterie erano ricaricate da motori inizialmente a vapore, poi diesel.
Le prospettive offerte da un’arma “asimmetrica” di fronte alle corazzate ne favoriscono immediatamente la diffusione in tutte le potenze rivali della Royal Navy, che già nel 1901 decide però di adeguarsi. La Germania è l’ultima grande potenza ad adottare i sommergibili nel 1906
, con la commissione dell’U-1. Lo sviluppo dei sommergibili non è meno rapido di altri settori bellici: dai 12 uomini di equipaggo e 93 km di autonomia dell’U-1 la Germania passa in sei anni a mezzi con 35 uomini e più di 11.000 km di autonomia. I sommergibili non avranno solo funzioni offensive contro il commercio navale, ma agiranno anche da posamine, pattugliatori costieri e, come nel caso della deludente classe K britannica, scorta.
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