La Rivoluzione Industriale porta con sé una drammatica accelerazione degli avanzamenti tecnologici in ogni campo: la guerra navale non fa eccezione. Motori più potenti possono rendere le navi più veloci e sopportare più peso, sia esso della corazzatura o dei cannoni, mentre industrie sempre più efficienti mettono in mare in tempi ridotti un tonnellaggio complessivo mai visto prima. Il progresso continuo porta in pochi anni a continui e spasmodici cambiamenti nella tecnica navale ad ogni livello, dagli armamenti alla strategia: persino lo speronamento torna brevemente in auge, al tempo della Terza Guerra d’Indipendenza e della battaglia di Lissa.

La mentalità bellica prevalente alla vigilia della Grande Guerra si forma a partire dai primi anni del secolo, in special modo con la guerra russo-giapponese (1904-1905); le vittorie giapponesi sanciscono una concezione della battaglia navale che privilegia definitivamente lo scambio di cannonate a lunga distanza invece dello scontro ravvicinato, così come l’assedio di Port Arthur rende evidente l’efficacia di armi quali le mine e i siluri contro i giganti corazzati che popolano le flotte militari. La contraddittorietà di queste due lezioni si riflette nelle due diverse concezioni della strategia navale in voga in questi anni: da una parte il capitano della marina militare statunitense Alfred Thayer Mahan, che sostiene la creazione di poderose flotte come spina dorsale della potenza marittima, mentre gli altri mezzi hanno ruoli secondari; dall’altra il Primo Lord dell’Ammiragliato britannico, John Fisher, secondo cui il compito della flotta è tutelare il commercio navale con navi da battaglia veloci, mentre la difesa della patria è compito di sommergibili e sbarramenti di mine. A fare maggior presa sull’opinione pubblica è chiaramente la prima visione, e lo stesso Fisher sarà il fautore del varo delle moderne corazzate Dreadnought; ciò nonostante, la guerra vedrà le potenti flotte corazzate tenersi in scacco a vicenda, mentre proprio le nuove armi “asimmetriche” decideranno la sfida sui mari.